XXIV DISSERTAZIONE ci basta (li aver provato un cominciamento dell’anno del-l’Incarnazione di un anno anteriore al nostro d’oggidì, e di aver reso ragione, per quanto lo si può, di una costumanza poco comune e molto lontana dai nostri tempi. Ciò che abbiam detto sui diversi principii dell’anno che s’incontrano ne’nostri atti e nelle nostre croniche, fa scorgere di quanta attenzione faccia d’uopo nella lettura di questi antichi monumenti. Senza di essa saremmo continuamente esposti ad errare, e ciò tanto più facilmente perchè que’che cominciavano l’anno diversamente, non lo avvertono punto, come ce lo insegna il monaca Gervasio. Tutti essi pongon la data dell’anno dell’incarnazione senza dire che lo cominciavano al 2.5 marzo, cioè 9 mesi e precedeva ^ascensione al trono di questi principi ; di maniera che essi contavano un secondo anno al primo del nisan seguente, comunque poco fosse il tempo ch’essi avessero regnato antecedentemente, e lo prova^ con una citazione di Gioseifo la quale non soggiace a veruna difficoltà. E egualmente formale in tal proposito il Talm-ud. Prima dies Nisan, è detto iu esso, est novus annus Regum. Annus ille est a quo numerare et supputare incipiebant annos Regum suortim in contracdbus, chirographis, et publicis omnibus ìnstrumentis et diplomatibus qui ad annos et men-ses Regis regnantis componebantur Ma si vede pure dal libro stesso, e da altri monumenti, come lo prova Samuel Pelilo, che gli Ebrei contavano gli anni degl’imperatori e degli altri principi stranieri dal mese tisri, che aveva preceduto il loro avvenimento al trono, non fosse pur scorso che qualche mese, ed anche un sol giorno Colla scorta di questi principii spiegar si possono le date degli anni dei principi ebrei che si veggono nelle medaglie di Filippo il Tetrarca, di Erode re di Calcide, di Erode Aulipa, d’ Agrippa I, e di Agrippa il Giovine. L’ah. Bellei, che noi prendiamo qui a guida, ne dice, che gli Egiziani seguivano ancora l’usanza particolare di contare un nuovo annodi regno al mese di thoth, ossia al primo giorno del lor anno civile (29 agosto); di maniera ch’essi contavano un secondo anno al thoth che apriva un nuovo anno, sebbene il principe non avesse regnato che pochi giorni prima. Il p. Pagi [ad an. 63 n. 5) ha osservato che senza questo metodo non è possibile di spiegare la data di un secondo anno di Galba, nè il quinto anno di Eliogabalo improntati sopra alcune medaglie egiziane,* e con questo metodo appunto il barone de la Bastie spiega l’ottavo anno, H, dell’imperatore Probo sopra delle medaglie battute in Egitto. Il Cardinal Noris ha dimostrato che gli abitanti di Antiochia e di Laodicea nella Siria contavano anch’ essi un nuovo anno di regno al cominciarsi del loro anno civile. A mense a quo annum ordiebantur, nu-