2Ì3o DISSERTAZIONE quinquaginta dicrutn aqua decresccbat; mense quasi se-piimo ejusque die septimo, co. scnsim recedere desinente. Avvi nel greco oatx[ienu ifilfin, ciò che si dice soltanto dei primi giorni del mese. Credono comunemente gli Ebrei che l’anno di quei tempi fosse lunare, e che i mesi fossero alternativamente di 3o e di 29 giorni. Furono in ciò seguiti da molti Cristiani, particolarmente da quelli che hanno studiato assai sui rabini. Scaligero gli ha riprovati facendosi forte sulla prima delle esposte ragioni. Per isciorre la difficoltà Luigi Cappel risponde che 1’ arca fermossi su di una montagna non già il diciasettesimo giorno del settimo mese, come porta il testo ebraico, ma il ventisettesimo di questo mese, come si legge nella version dei LXX, promettendo di provare in seguito che questa è la verità uti postea poncndum esse demonstraturi sumus. Ma tutta la sua dimostrazione finisce col dire che il sentimento ch’egli impugna non gli sembra verosimile, non videtur verisimile, e eh’ egli crede, arbitramur, la lezione dei LXX essere la migliore. Egli avrebbe potuto riconoscerne 1’ uniformità se si fosse attenuto alla Volgata ch’e wnissona all’ebreo nel primo luogo, ed ai LXX nell’ ultimo. Ma il prendere la prima voce, com’egli fa, nel testo ebraico, e l’altra nella versione dei LXX, non ne sembra equo procedimento'. Egli dovea scegliere d’infra i due, e da qualunque parte che altri voglia determinarsi, vuoi pel testo ebraico, 0 vuoi per la versione dei LXX, si troveranno sempre i5o giorni per cinque mesi precisi, e trenta giorni precisi per ciascun mese. Ciò riconobbero presso che tutti gli ultimi cronisti; se non che pretendono che in que’ primi tempi gli anni si riducessero a solari i.° coll’intercalare un mese intero dopo 120 anni; 2.° coll’aggiungere alla fine di ogni anno 5 giorni staccati, come praticavano gli Egizi che a questi giorni davano il nome di epagomeni: 3.° oppure supponendo che fin d’allora gli anni fossero di 365 giorni e un quarto, simili cioè perfettamente ai nostri. Il primo appiglio non è che una chimera fabbricata, a ciò che ne pare, dal genio del grande Scaligero, e ri-