CANTI ILLIRICI 285 I signori quanti sono in Cruscevo Pigiavano mattino e sera Pregando il possente Bogdano: 40 Signore, possente Bogdano, Noi baciamo il serico lembo, E la destra tua bianca mano: Deh scomoda un po’ l’alta tua signoria, E conduci il dolce genero tuo, 45 Deh conduci il bano degli Straini Nelle case e magioni nostre. — Ma ve’ inaspettato dolore! Un mattino, quando riscalda il sole, Un messo giunge, e una bianca lettera, 50 Proprio di Bagna dalla piccola città, Dalla sua vecchia madre: Al bano la lettera sul ginocchio posa. Quand’e’ riguarda, e legge la lettera, La lettera gli dice triste cose assai. 55 La lettera dice, che lo maledice la madre: Dove se’ tu, figliuolo, Strainic bano? - Mal beessi, in Cruscevo, vino! Mal vino! infelice del suocero la casa! Vedi la lettera! non più visti dolori! (37) Gosposctine : le signorie. (46) Dvorove i kuce. Dvore, comprende la casa con cortile dintorno, e quel che gli antichi Fiorentini chiamavan, le case : cucia, è la casa d’abitazione, ch’io qui traduco in magione, che mi pare più proprio di soggiorno o dimora. (47) Così passano in feste tempo di molto. Ma ... . (49) Mezil, voce turca: anco i Greci l’usano per posta: ma qui vale messaggio. (52) Pade, cade. Ma qui vale che gliela consegnano. (53) Razgleda, più di riguardare, e respicere. (53) Pro ufi: perdiscit. Anco i Latini nel senso di conoscere, risapere. (54) Dosta gherdno: sat foedum. Come horrendum dieta. (58) Tazbina: sola una voce. Le voci che riguardano la famiglia egli usi del domestico vivere, son delle lingue la vera ricchezza.