162 CANTI ILLIRICI E i servi a lui il cavallo menarono: Selláronlo con sella dorata, Coprironlo con panno fino all’ugna, Con sópravi pelle di pardo: 55 Frenatolo con freno d’acciaio. Ne’ viaggi ha Marco un mal vezzo: Grida a’ servi, corre il cantiniere: Insieme portarono vino, Ben due bigonciuoli di vin vermiglio: 60 Uno diede al cavallo guerriero, L’altro si bee, per viatico, Marco. Sanguigno il cavallo fino agli orecchi diventa; Sanguigno Marco fino agli orecchi diventa. E quando l’un drago sull’altro montò, 65 Prese la Prilipese campagna. Passa il piano, e passa i monti: Giunge Marco vicino di Cossovo; Non piega Marco alla piana Dimitrova, Ma svolta al primo crocicchio: 70 Va diritto all’amico suo, All’amico, il voivoda Milosio. E quando fu al piano sotto la città, Videlo il voivoda Milosio: Vedelo dalla candida torre; 75 E chiama i suoi molti servi : Servi miei, aprite la porta, Uscite nella larga pianura, Prendete la larga via: I berretti, figliuoli, cacciate sotto l’ascella, 80 Chinatevi in fino alla terra nera. Ecco a me il fratei Marco. Non ve gli attaccate alle cocche, (64) Come dire, un demonio sull’altro. Dipinge il consentire de’ due impeti del cavallo e del cavaliero. (78) L’occhio spazia per l’ampiezza percorsa dal cavaliero vegnente.