42 CANTI ILLIRICI Una lettera scrive Vucàssino il mingherlino Nella candida Scodra sulla Boiana, E la manda in Erzegovina Nella candida città di Pirlitore, 5 Pirlitore di contro a Dormitore, A Vidósava moglie di Móncilo. Secreto scrive, e secreto le manda. Nella lettera a lei così dice: Vidósava, di Móncilo moglie, 10 Che vuo’ tu fare in codesto ghiaccio e neve? Quando guardi dalla città sotto te, Nulla hai di bello da vedere, Che il bianco monte Dormitore Ornato di ghiaccio e neve 15 A mezza la state come a mezzo il verno. Quando riguardi giù sotto della città, Torba corre la Tara ondosa; Ella mena tronchi e sassi: Su lei non è barca nè ponti, 20 E attórnole pineta e marmi. Or tu avvelena Móncilo il capitano, (1) Xura, uomo piccolo e magrettino, è il soprannome del re. Dante sul serio-di re parecchi : . colui dal maschio naso. — E quel nasetto — . Venceslao, suo figlio Membruto..... [Purgatorio, VII, 113-103-101. Non Membruto, ma Barbuto si legge giustamente nella Dìi’. Com. commentata dal Tommaseo. Qui la memoria lo tradì anticipando l’aggettivo del verso 112 Quel che par sì membrutó\. (3) Erzeg, capitano. (4) Veggonsene tuttavia le ruine. (6) Vidósava, forse da viditi e sav ; vedere tutto. (6) Moncilo, forse da mornak, giovane e soldato. (7) Taino. Da tamno o tavno, nero. Di qui vengono e tainik segretario, e tamniza carcere: come nell’italiano segretario e segrete. (9) La moglie agl’illirici è Ijuba, amata; o meglio, come i vecchi Italiani dicevano, amanza. (10) Sta ces? Che vuoi? senz’altro.