CANTI ILLIRICI 119 Che possa una lettera recarti 10 A Cossovo, e addietro tornare: Via mi meni i nove dolci fratelli, I nove fratelli, i nove Giugovic. Lasciami de’ fratelli almen uno, Un fratello alla sorella. — 15 A lei dice il Serbico Sire Lazzaro: Donna mia, Miliza regina, Qual t’è de’ fratelli il migliore Di lasciarti nella candida casa? — Lasciami Bosco Giugovic. — 20 Allor dice il Serbo Sire Lazzaro: Donna mia, Miliza regina, Quando domani il candido giorno albeggi, II giorno albeggi e spunti il sole, Tu passeggia della città dalla porta : 25 Di lì moverà l’oste a schiere, Tutti cavalieri sotto le guerriere lance: Dinanzi a loro è Bosco, E porta la crociata bandiera. Dagli la benedizione mia, 30 Che dia la bandiera a chi vuole, E che teco in casa rimanga. — Quando da mane il mattino albeggia, E della città apresi la porta, Tosto move Miliza regina, 35 E sta della città sulla porta: Or ecco l’oste in ¡schiere, Tutti cavalieri sotto le guerriere lance. Dinanzi a loro è Bosco Giugovic, (24) Dipinge quella specie di porte sulle quali era torre, e sottovi spazio. (26) Vedi le lancie ritte coprire quasi la schiera. Tanto son fitte. (28) Segnate di croce. (29) Bello che la licenza sia detta benedizione. Non solo concede; ma con affetto concede, largisce.