IL COMPARE ED IL PRINCIPE. Hai qui Marco nostro, ben noto; animoso, generoso, irriverente all’umane potestà, veneratore del vino. Lo invitano come compare a nozze: il sultano lo chiama a se: s’e’ si move, un nemico minaccia rubargli le case e la moglie. E’ non bada nè alla minaccia del nemico nè all’invito del principe; va compare, dicendo: Iddio prima, poi il re. L’uffizio di compare non era cerimonia a’ que’ popoli vana; ma mistero solenne. Dopo bevuto una settimana alle nozze, e’ va a vedere quel che da lui voglia il sultano; e lì riceve novella della minacciata rapina. Con trenta Turchi travestiti da operai, egli da Calogero, va ad annunziare la morte sua propria: Oreste faceto. E bee, e balla, ed ammazza; e dà la moglie del suo predatore per donna al Turco che seco combatte. « Falla turca, dic’egli, e tua ». Questo tratto, non foss’altro, dimostra che il canto non è degli antichi. E la parte comica è troppa. Si fa di Marco quel che fece l’A-riosto d’Orlando. Pure le bellezze non mancano; sebbene la fonte della tradizione, derivata in lontano rigagnolo, non mantenga la limpida sua freschezza. Vino bee Craglievic Marco Nella casa sua candida: La madre a Marco mesce vin fresco. Quand’era sul forte del bere, 5 Tre lettere fine gli giunsero: Una lettera gli giunse (5) Di nobile luogo.