64 CANTI ILLIRICI Uno è di Giacoviza, Vuco; E l’altro è Gianco di Nestopoglia; 220 E ’1 terzo è un giovanetto di Priepoglia. Guardáronlo e dissero: Buon cavallo del giovane Bulgaro ! In vero qui nel corteo non ce n’è: Tal non l’ha nè il Sire nostro. 225 Deh fermiamoci un poco addietro, Pur di poterglielo levar di sotto. — Quand’e’ furono a Clissura vicino, Soffermaronsi i tre trecconi, E dicono a Milosio pastore: 230 Or odi, Bulgaro giovanetto : Vuo’ tu dare il cavallo in baratto? Daremoti cavallo ancor meglio, E anco di più un cento ducati, E per giunta aratro e bovi: 235 E tu ara, e di pane ti ciba. — Dice ad essi Milosio Voinovic : Lasciatemi, o voi tre trecconi. Miglior cavallo di questo i’ non cerco Nè questo ammansare non posso. 240 Che è a me i cento ducati? Nè a libbre misurare non so: E di conto non so punto fare. Che a me l’aratro ed i bovi? Nè il padre mio arò; 245 E pur con pane m’ebbe nutrito. — (220) Nell’ Erzegovina. (225) Izostanemo, una voce. Così levar di sotto, una voce. (227) In Bulgaria. Nome greco che vale, foce. (235) Orati. Affine ad arare. (241) Non che contare danaro. Il primo so nell’illirico è znadem; l’altro^ umjem. Il secondo è sapere con più coscienza. Il primo tiene del novi e dello* scio, il secondo dello scio e del sapio. (245) Odranio: enutrivit.