LA FANCIULLA INCANUTITA. Questo direi essere de’ canti meno antichi, alla lunghezza di qualche parlata: od almeno raffazzonato poi da’ cantori. Pare che accenni al tempo che Marco Cralievic non era ancor ito al servigio de’ Turchi. Ci senti la solita irata e generosa ironia. La pietà che l’eroe dimostra celiando alla fanciulla infelice, commove più che non farebbero lamenti di compassione sdolcinata. La cavalcata di Marco incontro al nobile pericolo, lo spavento de’ servi dell’Arabo, l’aspetto de’ padiglioni coronati di teschi, il parlare che fa Marco al cavallo fedele, e tutta la scena col-l’Arabo insino alla fine, sono bellezze che distinguono questo da tanti altri simili canti. Ed è bello il fare che i quattro Arabi lasciati vivi sien essi banditori per Cossovo della disfatta del signore malvagio, e della franchigia restituita al legittimo amore. Sull’alba Cralievic Marco, Sull’alba, di Cossovo fu sul piano. Quando fu lungo la Serbana, Lo rincontra di Cossovo una fanciulla; 5 Dà il buon giorno a lei Marco: Iddio t’aiuti, Cossovese fanciulla. — La fanciulla a terra s’inchina: Salute a te, incognito prode. — (5) Lett. L’ajato divino invoca a lei Marco.