334 CANTI ILLIRICI che cade; l’imperatrice russa che intercede perii figliuolo, e chiama fratello l’esule suo collegato, e battezza e fa monaco il giovanetto già posseditore di schiave ; la madre da ultimo che casca, e più non si leva da terra; fanno intero e ampio giro di dramma; a cui non manca nè mirabile nè moralità, nè terrore nè amore; perchè rton manca quel gran padre di maraviglie e d’insegnamenti e di compassione e d’affetti, il dolore. Oh di questi corbi drammaturghi perchè non ne vola dalle foreste di Serbia taluni alle scene nostre? Volarono due neri corbi Da Mìsara l’ampia campagna, E da Sciapa la città biancheggiante: Sanguinante il becco infino agli occhi, 5 E sanguinante il piè fino alle giunture: Trasvolarono tutta la ricca Macia, L’ ondoso Drino varcarono, Nella gloriosa Bossina viaggiarono, E calarono nel paese amaro 10 Proprio in Vacupa, maledetta terra; E sulla torre di Cilino il capitano: Ambi, calati, gracchiarono: Allor esce la donna di Cilino, Accenna loro con la destra mano 15 Con la destra mano e l’aurea pezzuola; (•) Eschilo, I Persiani. (1) Vrana gavrana. Il nome del corbo ha in se il senso di nero. (2) Presso Sciabaz. Battaglia della state dell’anno 1806. (7) Vorticoso e sonante. (8) Lett. cavalcarono. Come se altrimenti non si potesse far via. Traslato di popolo cavaliero ; e più potente forse del remeggio deir ali. [Cfr. Dizionario, IV, 130]. (9) D’ire e dolori : i dolori pena dell’ ire. (11) Trasformo un po’ il nome, che mal suonerebbe.