78 CANTI ILLIRICI Lo conficca nella verd’erba. Poi tutte e tre gli taglia le teste; 595 Al suo baio le getta entro la sacca. Poi fa impeto ne’ cavalieri Co’ suoi trecento compagni. Recisero tre centinaia di teste: Poi n’andarono a lor via dietro al corteo. 600 Quando raggiunsero il Sire nel corteo, Dinanzi e’ gli getta di Balacco la testa. 11 Sire gli dà mille ducati: Poi mossero alla candida Prisrena. Quand’e’ furono per la campagna di Cossovo, 605 Milosio vuole alla città Vuciterna, E dice al Serbo re Stefano: Con Dio rimanti, mio dolce zio, Zio mio. re di Serbia Stefano. — Allora s’è il Sire accorto 610 Che quello è Milosio Voinovic; E dice al suo nepote: Or se’ tu Milosio, ragazzo mio? Or se’ tu, mio dolce nepote? Felice la madre che t’ha generato, 615 E lo zio che te ha! Perchè non mi ti palesare di prima? Se non che t’ho della via stanco, E dell’albergo, e in fame e sete ! Male dappertutto all’uom senza i suoi! (593) Pribode: ciffigit. (598) Odsiekosce: decidere. (605) Avviarsi. (612) Tu mi li si. (612) Dijete. Parola di carezza. (615) Brevità che dice più d’ogni perifrasi. (616) Od Prije. Come in Dante. [Purg., XV, 11]. (619) Senza un suo, senza gente di cuore. Verso che tanto s’addice al re, quanto al poeta; ed è bella conchiusione del canto.