362 CANTI ILLIRICI Male, o fedele donna mia! Avevo un aureo pomo, E mi casca oggi nella Bojana: E lo piango: scordarlo non posso. — 40 Non s’accorge la delicata sposa, Ma dice al suo signore: Prega Dio tu per la tua salute, E pianterai vie miglior pomo. — Allora al prode più forte ne dolse; 45 E da banda si volse col capo; Non osa più nè guardare la donna. E vennero i due Mergliavcevic, 1 due cognati della giovanetta di Goico; La presero per le candide mani, 50 La menarono nella rocca a murarvela. Gridarono a Rado architetto: Rado grida a’ trecento maestri. Or ne ride la delicata sposa: Ella pensa che celia le facciano. 55 La cacciarono nella rocca ove muravano; Gettarono i trecento maestri E’ corre, e rincontra la donna sua ; E col destro braccio l’abbracciò : La bacia nel candido viso, E versa lagrime giù dagli occhi : E alla donna così parlò : Donna mia, dolor grande! Oh non vedi che tu se’ perduta? A chi hai affidato tu Gianni? Chi ti netterà Gianni tuo? Chi della sua poppa lo popperà? — Ancora volea Goico dire, Ma non gliel dà Vucassino re, Che la prende per la destra mano ; Poi grida a Rado architetto : La pietà della giovane alla vecchia madre dell’amato suo, e di questo l’abbandonata tenerezza, qui commovono ancor più dolcemente. (30) Tanana: delicata, gentile, fine, snella.