DELL’ AMERICA aot stessa e a quelli da lei rappresentati se non rendesse giustizia alla memoria del degno di lui avolo, di quell’uomo i cui principii erano veramente umani, e eh’crasi sempre mostrato l’avvocato della religione e della libertà. Perni ringraziò l’assemblea assicurandola che il maggior suo desiderio era quello di fare tutto ciò potesse consolidare la felicità e prosperità della provincia. 17^6. Dopo la morte del governatore Gordon avvenuta nel 17^6, il governo ricadde nel Consiglio di cui era presidente Jacopo Logan. Durante la sua amministrazione, che fu di circa due anni, gli affari furono abilmente diretti. Nel mese di ottobre di quest’ anno stesso fu eletto a commesso dell’ assemblea il celebre Franklin. 1738. Durante la state prese le redini del governo Giorgio Thomas. Sul principio della sua amministrazione riportò l’approvazione del popolo, ma verso l’anno 174° durante la guerra scoppiata tra l’Inghilterra e la Spagna, egli fece alcune requisizioni militari che destarono il malcontento dell’ assemblea. 1739. In conseguenza di vecchiaia e infermità il presidente Àndrea Hatnillon dovette dimettersi dal suo posto, e fu allora che indirizzò all’assemblea l’osservabile discorso seguente relativo al prosperamento della Pensilvania ed al grande incremento di sua popolazione. » Questa felice situazione, diss’egli, non dipende, nè dalla fertilità del nostro suolo nè dai vantaggi de’ nostri fiumi, ma dalla buona costituzione sotto la quale godiamo di maggior libertà civile e religiosa che non i nostri vicini. Invece di quelle assemblee triennali che le altre colonie durano fatica a sostenere, le nostre sono annuali e per conseguenza meno suscettibili di esser corrotte da denari 0 doni. Un altro vantaggio è quello che noi restiamo convocati in assemblea per tutto il tempo che troviamo necessario. Noi non abbiamo di quegl’ impiegati inutili che formicolano nelle altre provinole e sono protetti dal governatore. I nostri si eleggono ordinariamente dal popolo ovvero nominansi dai suoi rappresentanti. Esente d’imposte è il nostro traffico collo straniero, meno alcuni tenui dazi che