IL GENERO DI GIUGO BOGDANO. Dramma, epopea, e storia e romanzo; come suol essere appunto la poesia popolare. Ma questa s’accosta al romanzo storico d’oggidì; in quanto che un grande fatto pubblico, la battaglia di Cossovo, è occasione a narrazione di privata avventura. La moglie d’un bano presa dal Turco, è seco una notte. Non sai se a mal grado ; perchè l’avvertire ch’ella fa il Turco del giungere del marito può venire non da odio ma da paura. Ella sa bene che moglie violata non ha più nome nè casa ; che la sventura da’ suoi le verrà apposta a colpa: però si sforza d’allontanare da se stessa il pericolo. Questa incertezza aggiunge alla narrazione potenza. E così da ultimo il bano le perdona la vita; perdona al padre e a’ fratelli di lei che vilmente abbandonarono lui nel pericolo : ma non sai se l’ami e voglia più vivere seco. E questo dubbio anch’esso è bellezza. In sul principio la partenza del bano da casa sua è lunga assai. Ma grave è a’ Serbi il viaggiare: saldi nelle case loro tanto che paiono immobili. Anco le accoglienze in casa del suocero son prolisse: ma ne risalta vie più la freddezza con che lo lascian ire tra le armi nemiche in cerca della donna rapita. Buoni a convivere, no a commorire. Lunga la lettera della madre: ma è cosa storica, e però più importante delle omeriche dicerie. Le parole colle quali il bano prega il vecchio a lasciargli i nove figliuoli che cerchino la sorella, colla loro lunghezza fanno parere più ignobile la durezza del vecchio. Senti insomma il posato fare omerico, tanto lontano dal concitato de’ Greci