a68 COMPENDIO CRONOLOGICO Antullio (i) eli’era un uomo del volgo, vedendo Gracco in uno stato di turbamento ed agitazione,lo afferrò colla mano , e ossia eh1 egli fosse istruito di qualche cosa, ossia che non ne avesse che dei sospetti , o che fosse spinto da qualunque altro motivo a indirizzargli la parola, lo supplicò a rfs ’ 1 atria. Gracco stesso aperta P autorità di un magistrato armato della scure della legge. Queste parole pronunciate da un semplice littore, aumentarono la sua turbazione ^ il terrore s’ impossessò di lui come fosse stato sorpreso in qualche azione delittuosa : lanciò sopra Antullio un terribile sguardo, e sul momento uno dei plebei che ne fu testimonio, senza d’altronde che si fosse fatto verun segnale, nè pronunciato verun ordine, ma giudicando dal solo sguardo di Gracco sopra Antullio esser quello il momento di operare , e sperando forse di gratificarsi Gracco ove fosse il firimo ad impegnare l’azione , snudò la spada e. colpì ’infelice littore, stendendolo morto al suolo (2). Antullio nel suo cadere riportò più colpi di punteruoli preparati a ciò espressamente dai congiurati, e la piazza del Campidoglio rimase inondata del suo sangue (3). Sollevatosi tosto forte schiamazzo , e il cadavere di Antullio facendo impressione agli occhi di tutti , rimase sgombro il Campidoglio, dove ognuno temeva di dover finire in tal guisa (4). Il popolo fu colto da terrore. I capi dei due partiti nutrendo sentimenti più elevati, destarono affatto diverse sensazioni. Caio ne provò un vero rammarico e rimproverò acremente coloro ehe lo circondavano, di aver dato ai loro nemici contro sè medesimi, un pretesto di cui quelli andavano da lunga pezza in traccia. Opimio al contrario , poco sensibile alla morte del suo littore, colse con compiacenza 1’ occasione che si presentava per nuocere al suo debole nemico ; egli ne (1) Appiano lo chiama Attilio e dice ch’egli stesso faceva il sacrificio, ma il racconto di Plutarco è su questo punto piti verosimile. (2) Appiano 1. I c. 3 parag. 25. (3) Plutarco' Vita dei Gracchi c. 4^- (4) Appiano 1. I c. 3 parag. 25. di già era spaventato contendere a forza