DELLA STORIA ROMANA 34; » ora trionfa e s’inorgoglisce delle sue scelleratezze sic-» che io il vegga negli orrori della tortura pagare il meli ritato fio della sua barbara ingratitudine verso mio pa-» dre , dell’ assassinio di mio fratello, e dell’ eccesso dei » mali che mi opprimono ! » » Perdona, o fratei mio, se malgrado la giusta mia » tenerezza per te , malgrado la tua morte sì prematu-» ra e l’indegna perfidia di colui che secondo te era me-» no a temersi, perdona, se io estimo dover più che af-» fliggermi, consolarmi della tua sorte. Non ti dolga del » trono perduto; col liberarti della vita, ti sottraesti agli » orrori della fuga, dell’ esilio, dell’indegnazione e di tutti » i mali, ai quali è ora in preda il tuo sfortunato Ader-» baie, il quale precipitato dal trono de’ suoi padri in un j) abisso di sciagure, non vive che per essere un triste « spettacolo delle umane calamità, incerto se abbia a ven-» dicar la tua morte, mentre abbisogna egli stesso di un » vendicatore, o pensar ancora al trono nell’atto che stan-n no in altrui balia la sua vita e la sua morte. Ah ! che la « morte è strada ben onorata per uscire di tante miserie! » Debbo io perigliarmi ad un giusto disprezzo-col permettere » stanco del mio soffrire che l’ingiustizia trionfi? No: ” giacché non altro mi rimane se non l’alternativa di una » vita orribile o di una morte disonorevole. Ah ! padri co-» scritti^ vi scongiuro per voi, pei vostri figli, pcgli au-» tori de’giorni vostri, per la maestà del vostro impero, » stendete la possente vostra destra ad un infelice; oppo-y> netevi al trionfo del delitto, nè comportate che il regno 5) di Nnmidia, il quale è vostro, resti bruttato di un’ e-» norme misfatto e del sangue di mia famiglia (i)”. E’ facile ad immaginare che questo discorso, quale ce l’offre lo storico Sallustio, forse troppo prolisso ora che 1’ avvenimento è da noi separato da tanti secoli, dovette però riuscire di molto patetico nella bocca di un re detronizzato, di un alleato del popolo romano. Ma l’u-dienza era già contro di lui preoccupata . sicché quando Aderbale ebbe finito, i deputati di Giugurta , affidati più all’ effetto delle loro largizioni che non alla bontà della lor (i) Guerra di Giugurla c. 17*