39o COMPENDIO CRONOLOGICO Mario comportar non sapendo di veder Metello di ritorno, s’ imbarca per Cappadocia e Galazia col pretesto di recarsi a compiere i sacriiizii da lui votati alla madre degli Dei : questo suo viaggio però avea un’ altra mira non conospiuta dal popolo. La natura non lo avea formato nè per la pace , nè per gli affari politici, ma doveva soltanto all’ armi la sua grandezza e la sua fortuna. Vedendo quindi che veniano meno la sua gloria e il suo potere nel riposo e nella inazione, egli dava opera di suscitar nuove briglie contro i Romani. Sperava che coll’irritare i re dell’Asia, e soprattutto Mitridate che sembrava da sè stesso assai disposto alla guerra , i Romani lo ¡eleggerebbero sul momento per combattere contro questo principe; che ben presto egli empirebbe Roma di nuovi trionfi e la sua casa delle spoglie del Ponto, e dei tesori di Mitridate. Perciò tutte le dimostrazioni di onore e di stima che gli prodigò questo principe nulla poterono ottenere sopra Mario che inflessibile nelle sue risoluzioni gli disse aspramente » Principe , o » procurate di rendervi più potente dei Romani, 8 fate » senza dir nulla quanto essi vi comandano » . Queste parole sorpresero Mitridate che avea inteso sovente parlare della franchezza del linguaggio romano, ma 11011 P a-vea ancora sperimentata (i). 656. di Roma 99-98 avanti Pera nostra. Consoli: Quinto Cecilio Metello Nepote , Tullio Didio. Entrano in carica il primo gennaio romano, 2 novembre giuliano dell’anno 99 di nostra era. Li citano Cassiodoro , Giulio Ossequente , Pediano, e i Fasti Capitolini (2). Sono dessi che proposero la legge Cecilia-Didia di cui due volte fa cenno Cicerone (3). Marc’Antonio uscito dal consolato riportò colla sua eloquenza un trionfo ancora più illustre di quello da lui (1) Vi la di Mario in Plutarco p. 33. (2) Caroli Sigonii opera t. 1 p. l\56. (3) Idem pag. 4^7* *