COMPENDIO CRONOLOGICO di scegliere i cavalieri per le (unzioni giudiciarìe, cosi egli si vide tutto ad un tratto rivestito di un potere sovrano e monarchico. Il senato stesso dovette piegare dinanzi quest’autorità da esso abbonita, e dopo che Gracco gli avea menato un colpo così mortale gli fu forza di tollerare che cotesto tribuno intervenisse nelle sue deliberazioni. Gracco però s’accolse di non esservi altro mezzo per giustificare la propria temerità che quello di ben usare dell’ usurpato potere : perciò non consigliava mai nulla al senato che non fosse conveniente ad un tempo ed utile. Tale fu per esempio l’avviso da lui pubblicato Intorno alcuni frumenti inviati da Fabio , il quale comandava nella Spagna in luogo del pretore, persuaso avendo il senato di far vendere que’grani, mandarne il ricavato alle città che gli aveano somministrati, -e far sentire a Fabio un severo rimbrotto, perchè conciò rendeva odiosa ed insopportabile agli Spagnuoli la potenza romana. Questa proposizione gli procurò nelle provincic grandissima riputazione, e la benevolenza di tutti i popoli. Alle ordinanze da lui fatte P anno precedente acciò si spedissero colonie nelle città disertate , e si costruissero pubblici granai, un’altra ne aggiunse per istituire pubbliche strade. Questo tribuno instancabile, all’ uscire dalle assemblee s’ occupava egli stesso in così varii esercizii, essendosi addossata la sorveglianza e la direzione d’ opere tanto grandiose , nè venne mai meno sotto il p^so di questa minuziosa sovrintendenza , nè mai se ne mostrò oppresso od imbarazzato, ma le eseguiva con tanta prontezza e premura che al vederlo si avrebbe detto che ognuna di esse fosse la sola che gli stava a cuore, o gli appartenesse. In tal guisa coloro stessi che l’odiavano o il temevano, restavano maravigliati della sua attività in tutto ciò ch’egli aveva a recare ad esecuzione (1). Il popolo era giubilante nello scontrarlo dappertutto e nel vederlo sempre seguito da una frotta d’intrapren-ditori , di operai, ambasciatori, ufficiali, soldati, letterati, coi quali conversava familiarmente e con affabile (1 ) Idem c. 59.