DELLA STORIA ROMANA 227 Sestio, e cercando di sottrarsi alle turbazioni domestiche suscitate da Gracco (1) , - si accinse ad una facile conquista, la quale- gli .porse il mezzo di farsi un nome senza pericolo e senza molto consultar la giustizia: attaccò i Raleari popoli sin allora quasi selvaggi, e che 11011 aveano figurato nelle guerre se non come ausiliarii dei Cartaginesi (a). 1 Raleari abitavano due isole in vicinanza della Spagna tarragonesc. L’ una avea un perimetro di 120000 passi (177312 metri, ossia a un dipresso quaranta leghe geografiche francesi ), e la più piccola , discosta dal continente non racchiudeva nel suo giro che tutto al più 5oooo passi (3), cioè 73880 metri, ovvero da iti a 17 leghe geografiche. Quest’isole veniano dai Greci chiamate Gumnesie dalla voce Gumnos che significa nudo j perchè i loro abitanti •erano quasi che ignudi durante la state (4). Sono quelle che appe.llansi oggigiorno ¡Maiorca e Minorca. E ben naturale che popoli i quali allora vivevano con tutta la semplicità della’ rozza natura (5) non nudrissero certamente l’ambizione di far guerra ai Romani. Gli antri ovvero sotterranei scavati colle proprie mani formavano le loro abitazioni, coprendosi nei gran freddi del vernp colle pelli delle pecore. F*ertile era il territorio , ed offriva di che soddisfare ai bisogni della vita , ad eccezione soltanto del vino di cui però erano ghiottissimi. Quelli i quali dopo aver servito nelle armate cartaginesi se ne ritornavano a casa^ spendevano nell’ approvigionarsi di quel liquore tutto il denaro che era loro riuscito di mettere in serbo, essendo ad essi vietato di entrar conquesto metallo nel paese natale. Una legge cui facevano risalire ai tempi più remoti , ne interdiceva loro l’uso in ambe le isole (ti). Essi pretendevano discendere dai (l) Calrou e Rouillè t. i5 p. 4$l. (2j Dioiloro di Sicilia lib. 5 e Strai). |. 3 citati da Rollin t. 9 p. 125. (3) Catrou c Rouillè t. »5 p» 481. (4) Diodoro di Sicilia V, 17 t. 3 p. 2S4 nell’ edizione dei Deux Ponts. (5) Rollin t. 9 p. J22. * (bj Idem p. 123.