372 COMPENDIO CRONOLOGICO che gli Dei promettevano a lui prosperità sttaordinaria molto superiore alle sue speranze. Col cuore infiammato da queste promesse egli pose alla vela ed avendo avuto sempre favorevolissimo il vento fece in quattro giorni il tragitto a Roma. Il popolo lo accolse con vive dimostrazioni di gioia. Condotto ai comizii da un dei tribuni dopo aver presentato parecchi capi d’accusa contro Metello, chiese il consolato promettendo di uccidere di propria mano Giugurta od almeno di condurlo prigioniero a Roma. Venne eletto console senza contrasto e tosto in ¡sprezzo delle leggi, e dei costumi romani arrolò nelle nuove leve da lui fatte degli schiavi, e dei vagabondi. Prima di lui tutti i generali non volevano eh’essi facessero parte delle truppe, non affidando le armi e gli altri onori della repubblica se non ad uomini che-ne fossero degni e la cui conosciuta professione garantisce di loro fedeltà. Questa innovazione però non fu P unica che abbia di più screditato Mario : egli offese ben maggiormente i principali di Roma con discorsi pieni di alterigia, di disprezzo, e d’insolenza. Dappertutto si vantava essere il suo consolato un arnese da lui involato alla mollezza dei patrizii, e dei ricchi; che quanto a lui gloriavasi presso il popolo non di vani monumenti, e di immagini forastiere, ma delle sue proprie ferite. Sovente pure parlando dei generali eh’erano stati sconfitti in Africa, quali Bestia ed Albino consoli avanti Metello, tutti due germogli di antiche famiglie ma senza talenti ' per la guerra e che dovevano alla sola inesperienza lé proprie sconfitte, diceva a coloro eh’ eran presenti » credete » voi che gli antenati di questi due generali non aves-» sero preferito di lasciar dei discendenti che rassomiglias-n sero a me? eglino non si sono forse resi illustri più » colle loro virtù, e colle loro»gesta di quel che colla « nobiltà del loro sangue » ? Tutti questi discorsi non gli venivano soltanto inspirati dalla sua vanità e presunzione o dalla brama di concitarsi appositamente P odio dei patrizii, ma vi era pure suscitato dal popolo blandito dal dispregio che questi parlari riflettevano sul senato, il'quale misurando maisem-pre l’altezza dell’anijno dalla fierezza delle paioli estol-