DELLA STORIA ROMANA 241 » zione di dipendenti. Da quel tempo i cavalieri nelle » elezioni fecero causa comune coi tribuni. Questi in » ricambio loro accordarono quanto chiesero, e una tanta » armonia gettò i senatori nella più seria costernazione. » In breve tempo altcrossi P ordine politico. Al senato r non rimase che la sola orrevolezza , c tutto il potere » passò dalla parte dei cavalieri i quali col progresso del n tempo non solo esercitarono pressoché tutta l’autorità « ma spinsero le cose sino ad insultare pubblicamente i n senatori dall’ alto delle loro tribune. Essi lasciaronsi » pure corrompere gradatamente dalla venalità, e dato » una volta ascolto ad illeciti guadagni, vi si abbandoni narono con maggiore imprudenza, e con una cupidigia » più smisurata ancora che quella dei senatori. Suscita-» ione accusatori contro ai cittadini facoltosi, e viola-» rono ben presto senza veruna circonspezione ogni legge » tendente a reprimere le azioni venali \ di guisa che n questo genere di guarentigia politica cadde interamente » in dissuetudine : e siffatta rivoluzione nell’ ordine giu-» diciario preparò nuovi e lunghi soggetti di sedizione, » non minori dei precedenti ». A produrla convenne però lottare contro gravi difficoltà , e perciò Gracco nel proporre quella legge non trascurò cos’alcuna che potesse farla adottare. Mise tra gli altri in opera un espediente che vi contribuì d’ assai, e col quale egli si mostrò di molto callido ingegno. Prima di lui tutti quelli che aringavano il popolo volgevano sempre la persona verso il senato e verso il luogo che cbiamavasi il comizio : egli al contrario nel pronunciare le sue concioni riguardò 1’ estremità opposta eh’ era la pubblica piazza , e così adoperò sempre dopo quell’ epoca ; di guisachè per un leggiero cambiamento di situazione e di visuale, introdusse un considerabilissimo mutamento nello stato, rendendo in qualche guisa democratico il governo eh’ era prima aristocratico col far vedere agli oratori eh’ essi dovevano dirigere i loro discorsi 11011 al senato, ma al popolo (1), e siccome questo non-solamente adottò la legge, ma diede a lui altresì il diritto p (i) Plutarco Vita dei Gracchi c. 58. Tom. V. 16