DELLA STOIÌIA ROMANA 319 gonsi a Cavaillon, nulla è più degno di fermare la nostra attenzione quanto gli avanzi di ui) arco trionfale esistenti nel giardino, di cui avanti la rivoluzione godeva il prevosto della cattedrale. Ciò che rimane di questo monumento consiste in una grande e sola arcata con un pilastro da ciascun lato, carico di fogliami di un semplice disegno il cui capitello ornato con foglie di acanto che appartengono, come è noto, all’ordine corintio, ma più corto di un modulo che non sono i capitelli di quest’ordine; lo che dee far giudicare esservi colà un pilastro attico. Al disopra degli archivolti 0 centine dell’arco vedesi in ciascun angolo una vittoria alata tenente nella destra una palma, e nella sinistra una corona: la parte inferiore di questo monumento dopo la cornice del-r archivolto è tutta nascosta sotterra, di guisa clic non si può formar alcun giudizio (1) e sarebbe a desiderare che venisse essa dissotterrata, onde poter meglio raffrontare l’arco trionfale di Cavaillon con quelli di Carpen-tras e d’Orange, e con questo paragone convincersi se essi siano dello stesso tempo, od almeno dello stesso architetto; impresa ben degna di un governo amico del-l’arti, e generoso del pari che illuminato. Non si deve comprendere in questa descrizione un architrave ed un fregio del cornicione, adorni di scompartimenti, in cui sono sculti diversi disegni di fiori 0 fogliami, come si vede sovra un’incisione in rame fatta del monumento (2). Questo pezzo è puramente posticcio, male assortito, nè appartenne mai all’ edifizio, la cui scultura è ben differente e di diverso lavorio; perciò il celebre Mignard l’ha interamente ommesso nel disegno da lui fatto altravolta di quest’antichità e sul quale fu inciso quello datoci da Montfaucon (3)* Quanto al vincitore a cui quest’ arco trionfale può appartenere, non abbiamo su ciò gli stessi indizii del precedente; mancandoci le figure caratteristiche, ed i simboli; l’ordine stesso di architettura e neppur ci fornisce (1) Mcmbr. dell’Accid. delle Ijcriz. t. 3s p. j56. (2) idem., ibid. (3) Aulichità spiegata t. 4 1* VI c. 8.