COMPENDIO CRONOLOGICO destinata, e per conseguenza al principio di quest’anno consolare, ed egli e il suo collega, incaricati dal senato di punire i fautori di Gracco li facevano trucidare a bella prima senza neppure ascoltarli ( Plutar. Vita di T. Gracco p. 834, e Vita di C. Gracco p. 836; Cicer. de amicit. c. ii). La condotta inoltre del gran pontefice Nasica odiosa al popolo che lo insultava per le vie ( Plutar. p. 834) cl'c minacciava di accusarlo giuridicamente (Plutar.; Cicer. de amicit. c. 11 ) dovea riguardarsi dai pontefici come una violazione dei doveri di religione e del pontificato, giacché era interdetto al gran pontefice e di vedere un corpo morto, e di lasciarlo senza sepoltura (Servio , Eneide 1. VI v. 176 ; Diod. 1. LVI cap. 3i ). Esso poi si considerava qual empio ove intervenisse a giudizii capitali (Plutar. quaesl. Rom. c. ult. ), e più ancora se egli fosse autore 0 complice di un’ uccisione, principalmente di un augure quale era Gracco ( Plutar. Vita di Gracco p. 8a5) e di un congionto ( Polib. apud Vales. p. 156 ; Velleio 1. II c. 3). Il partito preso dal senato per sottrarre Nasica alla pubblica animosità (Plutar. pag. 834; Aurei. Vitt. Vita di Tib. Gracco ; Val. Mass I. V c. 3 11. 2 ) fu di dargli sotto l’aspetto di una commissione in Asia, un esilio onorato, che era nondimeno una «uova trasgressione del diritto sacro; mentre il gran pontefice non poteva uscir d’ Italia ed ■ abbandonare i pubblici sagrifizii (Tito Livio 1. XXVIII c. 44i Plutar. Vita diFabio Mass. p. i8g ). I decemviri, conformemente ai libri sibillini, aveano dichiarato essere necessario, atteso il tumulto di Gracco, di offerir sagrifizii alla più antica Cerere, ch’era quella di Enna in Sicilia, luogo natale di cotesta Dea, ma per trovarsi quella città in poter dagli schiavi ribelli, non era possibile di render propizii gli Dei. In tal guisa gli omicidii, la violenza del diritto sacro , l’impossibilità di placare la divinità offesa, tutto concorse al principio di questo consolato per far riguardar l’anno siccome maiavventurato, e sopprimere 1’ intercalazione. Nel corso della campagna , il console Rupilio si rese padrone della Sicilia, delle città di Tauromenio e di Enna ( Diodoro 1. XXXIV Ecl. 2; Oros. 1. V c. 9). I u allora che i Romani mandarono in Enna ad oi-