COMPÈNDIO CRONOLOGICO Campidoglio Tiberio Gracco, aveano fatto gettar nel Tevere il suo corpo, e mentre il cadavere di Antullio, quel miserabile littore che quantunque non potesse meritare la morte, vi avea però dato troppa occasione colla sua imprudenza , stava esposto sulla piazza, il senato romano circondava il suo cataletto, lo bagnava delle sue lagrime , onorava di sua presenza i funerali di un semplice mercenario, onde coltivare il destro di far perire il solo protettore, che ancora rimaneva al popolo (i). Questo concorso era plausibile e poteva riscaldare il popolo . Rientrato il senato, vide tutto il pericolo della sua situazione, e conobbe che conveniva dare un colpo decisivo. Quegli che determinò i suoi colleghi, fu Marco Emilio Scauro, patrizio, dell’illustre famiglia degli Emilii (2); ma di un ramo scaduto in tanta povertà che suo padre era stato costretto di sostenersi commerciando di carbone. Egli stesso per qualche tempo era rimasto in forse se abbracciar dovesse la professione di banchiere. Ma sentendosi del merito s’incamminò per la via degli onori, determinato di travagliar con coraggio a vincere la fortuna nemica, ed a rinnovare la gloria quasi spenta del suo nome. Egli applicossi all’eloquenza e perorò molto. Il carattere delle sue concioni era conforme a quello de’suoi costumi (3), grave, austero, e senza verun ornamento. Eccone il ritratto delineato dalla mano di Cicerone ($): » Scauro, uomo saggio ed amatore della ’> ingenuità e semplicità, poneva nel suo discorso una » siugolar gravità , ed una certa autorità clic gli era na-» turale; di guisa che quando difendeva un accusato l’a-» vresti preso non per un avvocato che aringasse, ma per » un testimonio che facesse la sua deposizione. Questo n stile pareva poco attagliarsi all’aringa, ma conveniva ( 1) Plularco Vita (lei Gracchi c. 44" (2) Vedi ciò che ne dice Sallustio, lo storico della guerra di Giugurla c. 18 che riporteremo qui in seguito sotto 1* anno 637. Asconlo Pedinilo dice che suo padre , suo avolo e suo bisavolo mancando di fortuna ed industria non aveano potuto conseguire veruna dignità. ( Gar. Szgo-mi opera l. 1 p. 412 ). (3) Sl.or. Hom'. di Rollin t. 9 p. i!\0. (4) Kd suo Bruto 111 112 p. 694 dei toni. 1 dell’ ediz. d’ Eniesti.