358 COMPF.NTHO CRONOLOGICO » giungere in tempo se non per essere spettatrice de’suoi » funerali. A lui poi era interdetto di resistere, e di ripul- « sare la violenza colla violenza trattandosi della sacra » persona di un tribuno sicché stava già per perire in » guiderdone di un’ azione virtuosa da lui operata e » di aver adempiuto ai doveri di censore, quando giunse » fortunatamente un altro tribuno, che si durò gran fati- » ca a ritrovare, il quale lo scampò dagli artigli di mor- » te. Ma da quell’ istante egli si trovò ridotto a vivere » in avvenire degli altrui soccorsi; poiché Labeon'e lo con- » dannò alla confìscazione di tutti i suoi beni , a foggia » di consacrazione, non contento del trattamento brutale *> usato contro la sua persona: avendolo tenuto afferrato » per la gola così strettamente da fargli spicciar il san- » gue dagli orecchi.. Tra le sciagure di Metello deesi pure » annoverare essere lui stato nemico del secondo Scipio- » ne Africano. Egli .stesso se ne rimproverava esortando la » sua famiglia, lorchè morì Scipione, -a celebrarne i fune- » rali e dicendo a’suoi figli: voi non vedrete più mai il » convoglio di cittadino di lui più grande. A quest’epoca » egli avea già preso il soprannome di Macedpnicó, e dei n (igii uno portava il titolo di Balearico, e l’altro di Dia- » deuiato. Ma tutti questi onori accumulati non possono « autorizzarci ad appellar felice un uomo cui toccò l’in- « giuriosa sciagura riferita di sopra, e che fu in procin- » to di perire non già per le mani di*un avversario de- » gno di lui, qual fu Scipion l’Africano, ma pel vile as- ” sassinio di privato nemico, che avrebbe in un punto » cancellate tante vittorie, tanti onori e tanti carri trionfali » su cui erasi veduto assiso Metello. Un censore trascinato » dal mezzo della città a quel Campidoglio, ch’egli stesso ” avea salito trionfante, carico delle spoglie nemiche e se- ” guito da una folla di prigionieri verso i quali egli non » avea ujato un simile trattamento, fu in procinto di per- » dere mercè questa morte prematura la felicità invidia- » bile di esser portato alla tomba da’suoi figli onorati del » trionfo e di trionfare, per così dire, egli stesso nella ’• pompa de’ suoi funerali. Non vi ha dunque felicità per » solida che sembri, il cui corso non sia interrotto da qual- » che funesto accidente della vita. Del rimanente, lorchè