yi COMPENDIO CRONOLOGICO P anno di sua magistratura. Nasica era dunque venuto a trionfare in Roma pochi mesi prima della fine del suo consolato c in una stagione tuttavia opportuna alla guerra. Questa circostanza consuona benissimo colla nostra tavola di ragguaglio tra Panno romano ed il giuliano , giusta la quale il i4 marzo romano, giorno in cui lini il consolato di Nasica, concorse col 17 novembre giuliano. I mesi immediatamente precedenti sono mesi di attività e di campagna militare, la quale non poteva convenire col marzo giuliano, a cui alcuni moderni uniscono la line di questo consolato. Il senato avendo ordinato ai consoli tosto eli’ entrarono in carica, d’ immolar delle vittime nei templi principali, onde domandar la protezione degli Dei nella guerra che andava ad intraprendere la repubblica, furono così fausti i sacrifizii che gli aruspici promisero alti successi, e l’ingrandimento dell’impero (Tito Livio c. 1 ). Il console Manio Acilio colse, secondo il nostro avvisamento, questa occasione per proporre sull’ intercalazione la legge di cui parla Macrobio, c riavvicinò il calendario all’ ordine primitivo , che dai pontefici veniva ad ogni anno alterato. Macrobio (1. I. Saturn. c. ¡4) riferisce dietro Fulvio Nobiliore, autore dei Fasti romani, che nell’anno capitolino (56a), varro-niano (563) il console Manio, prima di partire per la guerra di Etolia, e per conseguenza al principio del suo consolato, propose al popolo una legge per ordinare un’ intercalazione : ciò spiegano quelle parole in Macrobio ed in Fulvio: de intercalando populum rogasse. M. Acilio non adoperandosi presso il senato ed il popolo a far repristiuare i pontefici nel godimento delle loro immunità , dovea temere non venisse abbreviato P anno suo consolare col sopprimere l’intercalazione al mese di febbraio dell’anno vegnente, già intercalare di regola. I prosperi successi dagli aruspici annunciati, lo autorizzavano a pretendere che il suo anno non dovesse esser soggetto ad abbreviazione, e per conseguenza poteva assicurarsi col mezzo di una legge eh’esso ne andrebbe esente. Allora si pensò dunque ili provvedere all’ abuso che facevano i pontefici della loro autorità, privando d’intercalazione tutti gli anni di magistratura dacché erano stati spogliati