a/jo COMPENDIO CRONOLOGICO prova coll’autorità di Vclleio^ di Asconio , di Appiano, di Tito Livio c dello stesso Cicerone. Ruauld ha pure discussa questa materia nella sua Animade. XXVI (i). La testimonianza di Appiano è formale in questo rapporto, e siccome il suo racconto mette in tutta luce sì strepitoso avvenimento, così la riportiamo qui per esteso (a). » Caio Gracco , certo dell’ affezione dei plebei da » lui cattivati coi beneficii, volle pur conciliarsi quel che » chiamavasi l’ordine dei cavalieri, classe di cittadini di n un grado e di una dignità intermediarie tra i senatori » e i plebei. Con un altro decreto egli trasfuse dai se-» natori nei cavalieri le magistrature giudiciarie, nelle « quali i primi colle loro venalità s’erano coperti di •! obbrobrio. A questo effetto egli rimproverò loro gli » esempi recenti di tal genere di prevaricazione, quello » di Cornelio Cotta, 1’ altro di Salinatore , e finalmente » quello di Manio Aquilio, il conquistatore dell’Asia, » che aveano manifestamente comperati i giudici dai qua-» li erano stati assolti, del che i deputati venuti ¿lal-» P Asia ad accusarlo, e che ancora trovavansi in Roma, j> testimonii di tanta nequizia, si erano altamente ed ama-.» ramente doluti. Il senato , vergognandosi del rimbrotto » ricevuto, votò per la legge che venne poscia dal po-•i polo sanzionata. Di tal guisa il potere giudiciario dai » senatori fu trasferito nei cavalieri. Pretendesi che imme-» diatamente dopo sanzionata la legge dal popolo Grac-” co abbia detto: Ho celebrato or ora i funerali al se-» nato: Difatti 1’ esperienza provò in seguito la verità di » questa sentenza. Attesa la giurisdizione universale che » acquistarono i cavalieri sopra tutti i cittadini romani » sia nella città che al di fuori , e sopra gli stessi se-» natori, per qualunque somma di denaro, per tutti i ’> casi d’infamia e di esilio, essi divennero in qualche »•guisa i supremi magistrati della repubblica, e i sena-» tori si trovarono scaduti in loro conironto alla conditi) Nota di Dacier sopra Plutarco. Lii>. r c. in , 22; giusta la traduzione francese di Gombcs. Dou-nous, meno alcuni leggieri cambiamenti.