DELLA STORIA ROMANA aa3 di essere un generale più esperto [che non quel fazioso trionfatore. Egli penetrò sull’antico territorio francese, governato allora assai diversamente da ciò che vediamo ai di nostri. I Galli, che così appellavansi in que’tempi , non erano uniti insieme in un solo corpo di stato, ma fprmavano parecchie repubbliche indipendenti l’una dalle ajtre, delle quali ciascuna aveva la loro costituzione particolare , e i suoi separati interessi, sì che differivano tra loro' per leggi, governo ed anche linguaggio. I costumi però , la religione c il carattere generale della nazione si riscontravano dappertutto gli stessi. Tutti i Galli erano vivaci, leggieri, superstiziosi (1) creduli, amanti delle novità, e del novellare, pronti a risolvere, e più ancora a pentirsi delle prese risoluzioni. Essi non riconoscevano che due ordini di cittadini, il sacerdozio e la nobiltà: il popolo non era contato per nulla: esso non avea accesso in verun consiglio, nè formava un ordine nello stato. La più parte' dei plebei angariati dal peso dei tributi, carichi di debiti, e continuamente oppressati dai grandi, erano costretti di porsi in ¡schiavitù per rinvenir in essa un asilo di pace. Essi si addicevano al servigio di un grande, il quale esercitava su di loro 1’ autorità stessa che un padrone sul proprio schiavo. La nobiltà non conosceva altra professione che quella delli armi :#éssa non ebbe mai il tempo di coltivare le arti di pace. In questi piccoli stati sempre discordi tra loro , vedovasi scoppiare ogni anuQ una guerra novella: tutti i nobili erano obbligati di prender 1’ armi, e dal numero dei clienti che traevano al loro seguito misuravasi lo splendore del loro grado. Erasi formata nelle Gallic uria istituzione che rendeva sembianza, degli ordini cavalle-sclii. Alcuni guerrieri sceglievano un capo, facendo con lui comune la sorte sì ne suoi prosperi che ne’ contrarii avvenimenti, a tal che s’egli periva in un combattimento, perivano con esso lui o si davano volontariamente la morte anche i suoi compagni che eran detti soldurictisi: nè avvi esempio che un solo sia mai- rimasto superstite (i) Saggi storici sul Bearn di Fagct da Baule. Parigi 1818 p. 1.