DELLA STORIA ROMANA xoi sii Capii., medaglia data da Pighio nei Fasti ). Tito Livio accena ( c. 18) chc dagli esperti nel diritto sacro di Roma, fu deciso eli’ essendo morto di malattia uno dei consoli , e l’altro ucciso in guerra, il console surrogato non poteva tener legalmente i comizii consolari. I Romani, a quel tempo scrupolosi osservatori della religione non comportarono perciò che il console Valerio procedesse all’ elezione de’ suoi successori. Se qualche dittatore fosse stato nominato per presedere a questi comizii , i Fasti Capitolini conservati senza alcun vuoto quanto ai consolati e alle dittature di cotest’ anni, accennerebbero un tal dittatore : fu dunque quello un interregno. La collera degli Dei manifestata dai sinistri auguri! ne’sagrifizii, dalla morte di due consoli, da altri prodigii avvenuti, quali una meteora luminosa a Tuscu-lo, il tempio di Apollo, parecchi fabbricati, le mura ed Tina porta colpiti dalla folgore a Gabie ed a Gravisca (Tito Livio c. 16), impedirono ai pontefici di aggiungere all’anno seguente l’intercalazione, che non era di regola. Consoli: P. Muzio Scevola , M. Emilio Lepido II, entrano in carica il 25 marzo romano 579, 4 dicembre giuliano 176 av. G. C. 176.- 175. Disordinamento dell’anno consolare atteso l’interregno dell’ anno precedente. In forza di questo interregno il quale durò dieci giorni, il consolato non potè ricominciar prima del 20 marzo romano. I consoli Emilio e Muzio, costretti i Galli ed i Liguri ad arrendersi, tolgono loro le armi, e li trasportano in altre regioni (Tito Livio 1. XLI c. 18 e 19 ). Trionfo del proconsole T. Sempronio Gracco sui popoli della Sardegna ( ibid. c. 28). Trionfo dei consoli M- Emilio Lepido c P. Minuzio Scevola sui Liguri (Fragm. de* Fasti Capii.) In quest’ anno non v’ ebbero prodigii , e benché Giulio Obsequente ( c. 65 ) accenni un’ epidemia che fece perir molti cittadini, non v’ebbe però che 1111 morbo epizotico del bestiame come si legge in Tito Livio ( c. 18), il quale aggiunge ( c. 21 ) che questo contaggio 11011 co-