DELLA STORIA ROMANA i3 avendo il Tevere trascinato seco delle abitazioni e molte persone sommerso (Tito Livio lib. XXIV c. 9). I pontefici vedendo il popolo già rianimato di coraggio ritornano alle regole che s’ erano fatte in proposito delle intercalazioni, e benché la inaugurazione di un tempio abbia potuto sembrar loro sufficiente per arrestare 1’ effetto sinistro cui attribuivano ai prodigii, le allagazioni però che perir fecero dei cittadini, ed una parte della citta distrutta dalla stessa cagione, troppo visibilmente annunciavano la collera celeste, onde si avesse ad ommcttere l’intercalazione . Consoli: Q. Fabio Massimo Verrucoso IV, M. Claudio Marcello III, entrano in carica il i5 marzo romano 54o, 23 aprile giuliano 214 av. G. C. Tribuno del popolo: L. Cecilio Metello (Tito Livio lib. XXIV c. 18 e 43). 214.-213. Anno quinto della guerra (Tito Livio libro XXIV c. 9). I prodigii e l’inondazione dell’anno precedente fecero ommettere l’intercalazione. Battaglia a Benevento tra il proconsole T. Sempronio Gracco ed Annone nel medesimo tempo in che il console Q. Fabio forma l’assedio di Casilino ed Annibaie si reca a Nola ad attaccare Marcello (Tito Livio c. e 17). Sempronio promesso avendo la libertà agli schiavi comperati dalla repubblica per ingrossar la sua armata, riporta compiuta vittoria. Annibaie vinto a Nola da Marcello, marcia a Taranto ove erasi formato un partito per consegnargli la città} e Marcello liberato da Annibaie, riunitosi a Fabio, prende la città di Casilino (Tito Livio c. 19). Marcello è obbligato di rimanersi nell’inazione a Nola a causa di malattia (Tito Livio c. 20). Annibaie scorsi inutilmente alcuni giorni, sotto le mura di Taranto (Tito Livio ibid.) si ritira a Salapia, trascorsa già la metà della state (Tito Livio ibid.), e giudicando questo luogo coininodo ai suoi quartieri d’inverno, fa ivi trasportare i grani dalle vicine campagne. Quindi la ritirata di Annibale a Salapia, alcuni giorni dopo il suo tentativo su Taranto e la sua batta-