DELLA STORIA ROMANA a93 stio. Conveniva venir alle mani nella primavera dell’ attuale. Gli Arverni malcontenti degli Edui che in qualche guisa s’erano dati ai Romani (i), e meno ancora del-l’accoglienza fatta da Domizio ai loro ambasciatori, penetrarono nel territorio degli Edui e vi praticarono delle ostilità. Se ne dolsero gli Egli col proconsole, il quale ansioso di segnalare il proprio nome prima che Fabio giungesse, prese da ciò occasione di farsi strada senza perder tempo sul corpo degli Allobrogi, onde aprirsi un passaggio sino presso gli Arverni. La sua armata tragittò la Durauza, ed avanzossi nelle belle pianure del paese dei Cavali (a); questi verisimilmente eransi collegati con Domizio, siccome alleati dei Focesi di Marsiglia, che ne aveano fortificate le piazze principali, e abbiam veduto che questi furono i Marsigliesi, i quali, i primi, aveano avuto F imprudenza di chiamar i Romani nelle Gallie. Gli Allobrogi e gli Arverni risparmiarono a Domi-zio la pena di rintracciarli lunga pezza; essi stessi marciarono contro lui e vennero ad accamparsi al conlluen-te della Sorga e del Rodano poco al di sotto di Avignone (3). Il generale romano s’ avanzò dal canto suo presso una di queste città fortificate dai Focesi, come prova il suo nome greco Ouindalion (4), situata un poco al di sopra del confluente delle due riviere di cui parliamo. Questo generale aveva nel suo campo degli elefanti (5). La storia non ci dice se questi animali siansi fatti arrampicate su per l’Alpi, ovvero trasportati per mare sino a Marsiglia. Ciò solo sappiamo che questi quadrupedi non erano sconosciuti ai Cavari, i quali potevano risovvenirsi che un secolo circa prima, i loro antenati ne aveano veduto passar il Rodano sotto gli ordini di Annibaie. Ma questi aptichi avvenimenti eransi cancellati dallo spirito dell’al- ( 1 ) Appiano de bellis Gal/icis npud Fnlv. (2) Stor. roti). di Calrou e Rouillè. Parigi 1^3o t. i5 p. 53Se539« (3) Rolliti t. 9 ]). i3i. (4) V. le antichità del dipartimento di Valcìiiusa p. 48 (5) Oltre Tito Livio, Strabono e Floro possono vedersi intorno questa vittori» Velleio Patercolo e Paolo Orosio 1. 5 c. i3.