DELLA. STORIA ROMANA 313 fetto nella sua Antichità spiegata (1) senza unirvi nè discorso nè spiegazione. Se n’è parlato dappoi qualche cosa nei giornali, ma in una forma paruta si poco solida e soddisfacente a Menard, ch’egli credette dover supplirvi nelle memorie dell’Accademia delle Inscrizioni (2) e noi prendendo lui a guida ci facciamo a descrivere quest’antico edilizio. L’arco trionfale di Carpentras posto nel luogo più alto della città, trovasi al giorno d’ oggi incassato nella parte del episcopio che forma la cucina e le sue appendici. Il cardinal Richi allora vescovo di Carpentras, più occupato della propria gloria e delle negoziazioni che dirigeva con molto buon esito alle corti di Francia e di Roma, che non dello studio degli antichi fabbricati, e della loro conservazione , lasciò perdere e seppellire questo bel monumento nel edifizio fatto da lui costruire verso 1' anno 1640: nonostante usando di qualche attenzione se ne scoprono i pezzi principali, e tutta la disposizione. Notiamo prima di tutto che il corpo intero del monumento formava un quadro lungo 812 centimetri in lunghezza sopra 463 in larghezza, e di circa 12 metri e ■g di altezza: tutto composto di grossi massi di pietra viva del paese. In ciascuno de’suoi angoli avvi una gran colonna striata e con cannellature nella parte inferiore eretta sopra un pedestallo di cui non è visibile che la sola parte superiore, giacendo il resto sepolto sotto il pavimento moderno: gli uovoli ne son quasi mutilati. Il pedestallo di queste colonne e il loro imbasamento sono in risalto, termine, che si sa significare in archittetura un corpo che sporge in fuori più che un altro 0 che non è a livello. Le quattro facce venivano interrotte da arcate i cui sostegni erano striati e con cannellature al basso alla guisa stessa delle colonne ed a basi simili. Di queste quattro facciate, tre sono sepolte nella fabbrica moderna, cioè quelle al nord^ al mezzodì ed al levante: la solaoc- (1) Torn. 4 1. 6 C. 8. (2) Tom. 3a p. 74°* Tom. V.