DELLA STORIA ROMANA 297 dovessero attaccar questi popoli da lui chiamati Barbari, ed ora camminando lentamente sostenuto sotto le braccia passava di fila in fila a dare i suoi ordini ed esortare i soldati a ben diportarsi (1). I legionarii senz’ aspettare che tutta l’oste galla fosse giunta sui ponti diedero la carica con tanto ardore ed impetuosità che lasciarono sorpresi i nemici. 1 Celti sostennero per qualche tempo l’urto dei Romani più col numero che colla .costanza. Finalmente la strage divenne orrenda (2) e generale la sconfitta. I Celti già vinti non ad altro più pensarono che a ripassare il fiume e raggiungere 1’ altra sponda. Fatalmente scrollò a fondo per troppo peso il ponte di barche, e sommerse parecchie migliaia d’uomini che vi stavano sopra. Allora Do-mizio volle almeno aver parte nel successo di sì brillante giornata con qualche azione luminosa che Io appaiasse a Fabio. Il re degli Arverni *ion avea abbandonato il campo di battaglia, benché Domizio dovesse rimaner ancora nella provincia; questo principe in uno alla nazione degli Allobrogi voleva arrendersi a Fabio, eh’essendo successore di quel generale ne aveva allora il comando (3). Domizio offeso da questa naturalissima preferenza , se nc vendicò con una perfidia. Fece sollecitar Retulto ad una conferenza, e lo invitò a passare nella sua tenda per trattar seco lui all’amichevole, protestando i diritti di ospitalità che dava a lui 1’ ambasciata dell’anno precedente. Il re degli Arverni pieno di quella franchezza che formò maisempre il carattere dei Galli, cedette alla menzognera persuasiva dei Romani ; e si lasciò condur sen za scorta alla presenza del console. Tosto ché Domizio l’ebbe in suo potere: » è necessario, disse, che andiate voi stes-» so a Roma. Ivi renderete conto al senato della vostra « condotta, e forse sarete trovato degno della sua bene-» volenza » Retulto si oppose invano a questo suo trafi) Appiano de Bellìs Gallicis nello raccolta degli slorici ilei Galli ili Don Bouquet. Parigi 1783 t. 1 p. 460 e 46*. (2) Velliio Patercolo I. II c. 3g p. 36^ della stessa raccolta. (3) Val. Mass. I. 9 c. fi p. 666 «Iella stessa raccolta. Catrnir citi in luogo di quest’ autore Velliio Patercolo, e 5’ inganna apertamente. Tom. V. 19'