3y4 COMPENDIO CRONOLOGICO il vigore con cui avea represse le vessazioui dei pubblicani nella provincia d’Asia che aveva sortita (j). 660. di Roma, g5 - g4 avanti P era nostra. Consoli: Caio Celio Caldo, Lucio Domizio Enobarbo. Entrano in carica il primo gennaio romano, 7 novembre giuliano dell’ anno g5 prima dell’ era nostra. Ne li accennano Cassiodoro^ i Fasti Capitolini , quelli di Sicilia, e Pediano nel suo Argomento del discorso di Cicerone prò Cornelio (2). Giudizio di un famoso processo intentato contro Nor-bano da Publio Sulpicio Rufo, giovine oratore di già celebre. Egli accusollo del delitto di lesa maestà pubblica per aver suscitata nei comizii una sedizione ; il fatto fu provato, e tra gli altri testimoni fu veduto il vecchio capo del senato Marco Emilio Scauro mostrare le contusioni di un colpo di pietra che in questa sommossa avea riportate nel braccio. Marc’ Antonio prese la difesa di Norbano ch’era stato di lui questore, e lo fece rimandare assolto. A questo proposito osserva Rollin (3)^ che in Roma i giudici sembravano riguardarsi più come despoti della sorte degli accusati che come sudditi della legge; e. questa riflessione pare giustificata dai particolari che ci dà lo stesso Marc’ Antonio dell’ aringa da lui tenuta nell’oratore di Cicerone: » Chiesi ai giudici che si la-*> sciassero commovere in vista della mia età, delle ca-« riche di cui era stato onorato , dei servigli eli’ io po-» teva aver reso alla repubblica , finalmente del dolore » così giusto, e profondo di cui vedevano me penetrato ». Che cosa direbbesi tra noi, osserva molto giustamente Rollin , di un avvocato che in difetto di mezzi e di ragioni facesse valere presso i giudici la sua età, i suoi servigi, il suo dolore per determinarli a fìivore del proprio cliente ? Ma, continua Marc’Antonio, e ciò che ne (1) Annali di Macquer p. 33a. f?) Caroli Sigonii opera t. 1 p. 44°-(5) Stor. rora. t. 9 ¡>. 420.