248 COMPENDIO CRONOLOGICO egli li proponeva per avviso stesso del senato , cui stavano a cuore gli interessi del popolo. » Ed in vero, era questa la sola cosa utile che contenessero i suoi editti ed i suoi discorsi^ poiché il popolo divenne più affabile verso il senato, mentre per P innanzi gli erano odiosi i membri principali di questo corpo, e li riguardava come sospetti. Livio addolcì e spense interamente queste antiche animosità e diffidenze col persuader ad esso eh’ egli per consenso ed anche per eccitamento dei senatori sbrac-c'iavasi di compiacere e rendergli tutti que’ servigii che da lui dipèndevano (i). Anche il popolo accolse la proposizione delle dodici colonie di Livio con tanta esultanza , che non prese veruna parte nei progetti di legge di Gracco, e Livio non afflisse che un picciolissimo numero, dichiarandosi contro questi progetti in favore degli alleati, senza renderne d’altronde alcuna ragione al popolo : poiché è noto che in casi simili, il tribuno che emetteva ilsuo^eio, poteva dopo k legge , dispensarsi dal darne veruna ragione (2). Ciò che maggiormente assicurava il popolo dell’ affetto di Livio, c della sua molta probità, si è che in tutto quello egli proponeva, non v’era mai nulla che lo riguardasse personalmente, nè che favoreggiasse menomamente i suoi interessi, facendo egli sortire ad altri gli incarichi delle città, a rifabbricarsi delle colonie da ivi condursi, nè mai aver volle maneggio di denaro; laddove Caio riserbava a sè stesso la maggior parte di cosiffatte commissioni e sempre le più importanti (3). Volle pure distinguersi Rubrio, uno dei colleglli di Caio, ordinando con un editto che si riedificasse Cartagine distrutta da Scipione (4). Questa fu la prima colonia mandata dai Romani fuori d’Italia .(5) : sembrò fosse il vero autore di questa legge lo stesso Gracco che non ( 1 ) Idem c. 45. (q) Appiano 1* I c. 3 paragr. 23. (3) Flularco, Vita dei Gracchi c. 4^* (4) Idem c. 44* (5) Vèlicio Patercolo II, i5t o piuttosto y, come nell’ultime celi—