DELLA STORIA ROMANA 38; nione , avendo egli stesso riportata una ferita sulla testa. Di tanto numero di schiavi che aveano imbrandite le armi non ve ne ebbero che mille i quali si arresero per convenzione in un a Satirio loro comandante, e il console a poco a poco distrusse col ferro e colla fame tutti gli altri. Pretendesi che i Romani perdessero un milione di schiavi .si in questa che nella guerra precedente. Mario ottenne un sesto consolato a furia di denaro e di maneggi di quel medesimo Lucio Apuleio Saturnino che in simile occasione P avea sì bene servito due anni prima. Mario in riconoscenza si legò vieppiù secolui, e gli prestò mano forte per fargli ottenere un secondo tribunato. Saturnino assistito dai soldati di Mario, fece assassinare Aulo Nonnio, uno dei tribuni designati per l’anno susseguente, ed eleggere lui stesso in suo luogo in una tumultuosa adunanza (i). 654- di Roma 101-100 avanti l’era nostra. Consoli: Caio Mario VI, Lucio Valerio Fiacco. Entrano in carica il primo gennaio romano, 3o ottobre giuliano dell’ anno 101 prima dell’era nostra. Questi consoli sono citati da Cassiodoro, Giulio Ossequente , dai Fasti di Sicilia, Cicerone, Plinio, Pediano, Plutarco, e Velleio Patercolo (a). L’impunità di Saturnino sui delitti da lui commessi annuncia abbastanza in quale stato si trovasse la repubblica sotto un console perpetuo che avea avuto P accorgimento di darsi per collega Valerio Fiacco cui conosceva incapace di rappresentare la prima magistratura, specialmente a fronte di un uomo del carattere di Mario. Dacché il popolo avea cominciato ad abbandonarsi alle fazioni, ed a rendere venale il suo suffragio , non deci-devasi a Roma più nulla che per maneggio, e per violenza; i comizii erano divenuti un luogo ove tutto vende- (1) Annali di Macquer p» 327 829. Plutarco Vita ili Mario. (2) Caroli Sigónii opera t. 1 p. 453.