Redenzione 119 La caduta di Orlando aveva provocato in tutti un senso di generale sollievo. Ed erano evidenti le ragioni di questo sollievo, che al primo momento parve come la salvezza della patria italiana. Il ministero Orlando-Sonnino aveva quasi rinunciato alla Dalmazia senza ottenere Fiume. Pareva che il gabinetto Nitti-Tittoni potesse migliorare la difficile situazione creata da Orlando a Parigi. Fu un’illusione. Il ministero Orlando aveva quasi definitivamente compromesse le sorti della Dalmazia e quella di Fiume. Il popolo fiumano sentì come uno schianto al cuore quando ebbe la dolorosa notizia del sacrificio anche parziale di Fiume nostra. Minacciata così l’italianità, e, quello che più importa, l’avvenire dell’Italia nell’Adriatico, il Consiglio Nazionale lanciò, in un commovente appello al popolo italiano, l’ultimo grido disperato di Fiume (15 luglio). Fiume è instancabile in questa sua lotta cotidiana per la libertà. Ogni giorno un messaggio, una protesta, un appello, una legge, un indirizzo, una dimostrazione patriottica che rivelano l’indomita volontà dei fiumani di essere figli d’Italia. Fiume è ormai entrata nel sentimento e nella coscienza del popolo italiano: essa fa già virtualmente parte della grande Patria italiana. La conferenza, se mai, potrà tardare, non impedire l’amoroso amplesso della Madre alla devota figlia del Quar-nero. Fiume attende con fede immutata che si compiano i destini della Patria,