DELLA STORIA ROMANA » cuna sulla quale si perda di più quando si venda a » buon mercato « . Il testo di Plinio in questo luogo un po oscuro, anzi che no, viene dal dotto accademico testò citato chiarito nel modo seguente (i). Ciascun’ anfora eh’ era in origine costata cento sesterzii, e che quando il vino era nuovo conteneva 28 pinte di liquido , non racchiudeva più in capo di 160 anni, che alcune .oncie di un residuo o sciloppo densissimo sotto la forma di mele rappreso, che vendevasi ad oncia, per essere divenuto sostanza quasi solida, di cui non poteasi far uso se non stemperata in gran copia d’ acqua 0 di vino. Supponendo perciò che il residuo di ciascun’ anfora fosse del peso di cinquan-t’oncie, e che al tempo di Caligola ciascuna di quest’oncie si vendesse al prezzo di venti sesterzii; in questo caso il proprietario (lei vino avrebbe ricavato, come dice Plinio, mille sesterzii all’ anfora, e questi mille sesterzii gli avrebbero fruttato^ compreso il capitale primitivo, o prezzo originario d’acquisto, il frutto in ragione del sei per cento all’anno. Infatti sei sesterzii, che darebbero P interesse sopra cento, moltiplicati per 160, numero degli anni trascorsi, producono 960 sesterzii, i qua/i aggiunti ai cento sesterzii di capitale, non eccedono il risulta-mento che c’indica lo storico se non di 60 sesterzii: su di che egli declama e sorprende con ragione sul prezzo trascendente delle cantine. Dal testo di Plinio che forse per tal commentario sembrò a Rollin troppo oscuro, inferisce il P. Arduino , che centosessant’anni dopo il consolato di Opimio (2), cotesto vino siasi venduto a g6 lire P oncia della moneta che correva al tempo del medesimo P. Arduino (3). Se non che apparisce supporre il commentatore che siffatto vino, il quale dopo aver perduto la sua liquidità era giunto ad uno stato di quasi intera disseccazione, e pre- (1) Storia della moneta. Parigi 1819 t. ‘2 p. 56 la (2) Hollin t. 9 p. 119. (3) Idem p. 120. Si troverà la nota tl Anicino che fa questo computo nell^ «ua edizione', OTTem in quella di Plinio del Frangio t. 5 p. 49 e 5o. Tom. V. '9