i8o COMPENDIO CRONOLOGICO ilio Gracco, giovine allora di 28 anni, il cui fratello primogenito era perito così sciaguratamente. Quanto ai censori, convicn certo che ve ne siano stati in quest’ anno, giacché era trascorso il quinquennio censorio precedente ; ma fa duopo argomentare che per qualche cagione da noi non conosciuta essi abbiano abdicato senz’aver fatto l’enumerazione dei cittadini, constando chè Panno susseguente furono nominati altri censori. Non si conosce bene quali essi si furono. Sigonio scrive ne’ suoi Fasti i nomi di Quinto Fabio Serviliano, e di Lucio Ce-cilio Metello Calvo, perch’ essi erano i più vecchi consolari, ed erano stati colleghi nel consolato. Valerio Mass, ci fa sapere che Quinto Fabio fu censore, dicendo nel suo capitolo sul Pudore che : » Quinto Fabio Massimo Scrvi-« liano , giunto alla dignità di censore , idtima meta » delle magistrature, da lui amministrate con molta glo-« ria, punì suo figlio pel semplice dubbio che cotesto « giovine fosse venuto meno alle leggi della castità ». Lo stesso autore nel suo capitolo sui testimonii scrive che venne ammesso contro Quinto Pompeio, figlio di Aulo, la testimonianza dei fratelli Quinto e Lucio Metello, i quali erano stati entrambi consoli, e censori, ed uno di essi avea riportato il trionfo (1). Egli è chiaro che qui parlasi di Lucio Metello, fratello di Quinto Metello cognominato Macedonico. Cosiffatte conghietture benché da Sigonio non si tengano decisive le giudica peraltro abbastanza plausibili a proporsi sino a che riesca ili rinvenire prove migliori (a). Osserveremo intanto che siccome il consolato ili questi due censori risale a sedici anni indietro cioè all’anno 611, così per essere molto avanzati in età avranno forse ricusato di accingersi alle penose operazioni di un’ enumerazione, ed avranno domandato dei successori. Aggiungeremo altresì al racconto già fatto degli avvenimenti eh’ ebbero luogo in quest’ anno, clic il tribuno Giunio Pelino^ come ce lo dice Cicerone nel suo libro