DELLA STORIA ROMANA 353 pure dai Fasti di Sicilia e di Cuspiniano (i). Questi consoli vennero attuati il primo gennaio romano, 7 settembre giuliano dell’anno 116 prima della nostra era. I Fasti di Almeloveen (2) gli pongono sotto lo stesso anno di Roma come noi, 115 avanti l’era nostra. I Fasti di Sigonio continuano ad essere indietro di un anno rapporto, a quello di Roma die dicono essere il 638. Abbiamo già parlato di Scauro in occasione della congiura dei Gracchi e della divisione degli stati di Numidia, ed osservato che Fabio era stato a lui preferito l’anno precedente nel consolato. La riuscita che egli ebbe nel presente fu occasione di un processo che sparse una qualche sorta di taccia sulla sua memoria. Venne accusato di broglio dal più dabbenuomo che vi fosse allora in Roma , da Publio Rutilio. Se non che il personale interesse che avca Rutilio in quest’accusa ne scemò il peso, e P autorità. Essi aveano chiesto insieme il consolato e può ben credersi eli’essendo stato prescelto Scauro (3), P animosità, e la vendita abbiano agli occhi di Rutilio ingigantiti gli oggetti. Ciò che v’ebbe di singolare si fu che Scauro essendo stato assolto accusò per parte sua Rutilio del delitto stesso di broglio. Tutto ciò che si può pensar di più onorevole per - entrambi , e forse di più vero, poiché una tale opinione è consacrata da un giudizio, si è che in questa accusa P uno e 1’ altro si avevano il torto (4). Tacito ci fa sapere (5) che Marco Emilio Scauro accusò di broglio Publio Rutilio Rufo. La versione di Dureau de la Malie è troppo divulgata e stimata per dispensarci dal far qui cenno di una leggiera inesattezza. Egli scrive male Mamerco Scauro negli^ annali di Tacito al luogo da noi testé citato, e Marco nella vita di Agricola capitolo I, ove leggesi erroneamente Prisco Rutilio mentre egli stesso nel luogo sopraccitato meglio avea scritto Publio. Del resto Scauro pieno di nobile fidanza in sé me- (1) Idem p. 412' (2) Pag. 94. (3) Cicero in Bruto. (4) Rollin Stor. rom. I. 9 p. 142. (5) Annuii III, 66. Tom. V. a3