DELLA STORIA ROMANA 365 • popolo romano. Passio vi aggiunse la sua propria , di cui Giugurta, giusta lo stesso Sallustio, non fece minor caso che se avesse avuto in pegno la fede pubblica; in tanto concetto di probità tenevasi codesto magistrato ! Il re Numida venne citato da Memmio, e giuridicamente inter-logato ili piena assemblea del popolo; ma il tribuno Caio Bebio compro a prezzo d’oro gli vietò di rispondere ed ebbe l’audacia di persistere nella sua opposizione malgrado gli schiamazzi ai tutta la gente dabbene (i). 644. di Roma m-iio avanti l’era nostra. ■ • Consoli: Marco Minuzio Rufo, Spurio Postumio Albino. Essi entrano in carica il primo gennaio romano a5 settembre giuliano dell’anno 11 ( prima dell’era nostra. I Fasti di Sigouio accennano questi consoli all’ anno 643 e quelli di Almeloveen all’anno 644 di Roma: tutti due poi li pongono all’anno 110 prima della nostra era. Questi consoli sono nominati da Cassiodoro , dai Fasti di Sicilia, e da Sallustio che male a proposito attribuisce a Minuzio il pronome di Quinto, dall’epitome del libro LXV di Tito Livio, e da Velleio Patercolo. Minuzio fu spedito in Macedonia, e Postumio in Tessaglia. Minuzio fu altresì costretto di combattere i f)aci, i Tribali, ed i Scordisci, di essi trionfando (2). Mario ritornò a Roma dopo liberata la Spagna ulteriore da lui retta in qualità di'pretore, delle ruberie del quale era essa il teatro. Gli Spagnuoli in quel tempo non conoscevano maggior felicità che quella di vivere di furti e di rapine. Mario rientrato in senato prese parte ai pubblici aflari, senza però apportarvi fiè ricchezze nè eloquenza ; due mezzi dei più possenti che allora si conoscessero per raggirar quelli che godevano di maggior riputazione presso il popolo. Ciò nullaostantc egli acqui-stossi una grande influenza appo i suoi concittadini clic (1) Annali eli Marquer p. ‘5iq. Vedi Sallustio. (2) Sigojiii opera t. 1 p. L\ 18. Tom. V.