3a6 COMPENDIO CRONOLOGICO certo distinto per la sua riputazione, il suo potere, gli onori ai quali era pervenuto, c per una magniloquenza che lo faceva riguardare come il primo oratore del suo tempo; perciò ispirò egli un tal timore nel suo gigvine avversario, che la timidità eccessiva di Crasso pensò di fargli perdere tutto il frutto de’suoi travagli, e salvar l’accusato; quando egli cominciò a parlare sconcertassi e le sue idee si confusero, nè avrebbe potuto sottrarsi da un vergognoso recesso, se il presidente del tribunale non fosse venuto in di lui soccorso. Era questi il fratello di Quinto Fabio, vincitore degli Allobrogi. Chiamavasi Q.Fabio Massimo Eburnò (i): questo soprannome di Eburno accennava la bianchezza della sua carnagione pari a quella dell’avorio. Festo racconta ch’era stato colpito dalla folgore senz’ averne riportato alcun nocumento. Questo prodigio diede luogo a dire che Fabio era il bene amato di Giove. Da ciò fu appellato comunemente pullus Jovis (2), il pulcino di Giove. Era egli uno dei pretori dell’anno. Questo giudice ebbe compassione dello stato in cui vedeva ridotto un giovine oratore d’infinite speranze. Egli sospese l’udienza, rimettendo la causa ad altro giorno. Crasso ebbe pertanto il tempo di ripigliar lena. Egli ricordò elle colui che egli accusava era stato complice della sedizione di Gracco, e avea contribuito alla morte di Scipione (3), non avendo abbandonata la fazione plebea che per esser console. Egli parlò con tanta forza che Carbone si sentì vinto prima di aver combattuto. Gli avvenne certamente ciò che accade ai disertori che rendonsi odiosi a quelli eli’ essi abbandonano e sospetti a coloro al cui partito si addicono (4). Egli non poteva estfere sostenuto dalla fazione popolare cui avea volto il tergo, e i partigiani dell’ aristocrazia a lui non si affidavano punto. Il giovane accusatore nulla ommetteva per menomare (1) Rollili t. 9 p. 15\ lo chiama Q. Massimo c CatrouJ. 15 ]). 555, Quinlo Fabio Eburno. Lo si vedrà console sotto l’anno 658. (2) Stor. rorn. di Catrou e Rouillè t. i5 p. 5yo. • (3) Egli avea osato di chiamare Scipione in giudizio. Ved. Valerio Mass. I. 6, II , 3», Carbone era allora tribuno del popolo. (4) Trantfufiae nomen, execrabile veteribus socttà , novìs siispe-ctum. T. Liv. XXVII, 17.