4oo COMPENDIO CRONOLOGICO eh1 esso andava a finire alla metà della campagna militare , e che l'attuazione dei successori venne mercè l’abdicazione anticipata di giorni 39. L’ anno dunque consolare avanti questa abdicazione era fissato ai primi giorni del mese di luglio : donde pur segue clic al finir dell’ anarchia nell’anno 384, csso deve porsi verso il i5 marzo, data a cui vieti riferito dal calcolo degli interregni notati dalla storia dopo l’anarchia , partendo dai primi giorni di luglio. Ordine dato ai capi dei popoli latini, in ¡spezialità ai due pretori, L. Annio di Setia , e L. Nu-misio di Circcti, colonie entrambe romane , di restituirsi a Roma. Appio prendendo la parola per tutti essi, domanda che per essere Romano uno dei consoli, e la metà del senato scelta tra i Latini , i due popoli non facciano ormai clic una sola repubblica. Il senato l’ascolta con isdegno , e invoca contro i Latini gli Dei tutelari dei trattati cui volcano violare. Caduta d’ Annio. Precipitando dalla gradinata del Campidoglio ove lo avea ricevuto il senato , si batte così fortemente la testa clic esce dai sensi, e giusta alcuni scrittori, muore sul momento. I R imani credono di vedere in questa caduta gli Dei dichiararsi a favor loro. Guerra contro i Latini e i Campani. L’armata viene spedita a Capua sotto il comando dei due consoli. Siccome i nemici erano antichi ausiliarii dei Romani, e da essi appresa aveano 1’ arte militare , essendo al pari di’ essi abili ed agguerriti , ordinano i consoli sotto le più rigide pene di osservare la disciplina più esatta, e vietano che si combatta fuori di fila. Sentenza del console Manlio, con cui condanna a morte il proprio figlio per essersi battuto in singolare tenzone alla testa di uno squadrone contro un Latino di condizione , che avendolo disfidato era stato da lui non ha guari ucciso. Battaglia contro i popoli Latini. L’ala sinistra , comandata dal console Decio, cominciava a piegare. Dc-cio si consacra agli Dei Mani , lanciandosi a cavallo a capo eli ino tra’battaglioni nemici, gli sorprende e sbaraglia. Nel tempo stesso l’armata romana, piena di confidenza e di coraggio dà l’attacco. Decio vien trucidato , ma i nemici sono posti in rotta. Essi riparano in Min-turno ed in Vescia; rannodatisi , chiamano nuovi soccorsi