Lo statuto ferdinandio HO L’omaggio era, per così dire, il riconoscimento diplomatico dell’autonomia di Fiume. Ce lo dimostra il fatto che Fiume prestava giuramento di fedeltà ponendo per condizione assoluta che mai verrebbero intaccate le libertà municipali, non violati gli statuti vigenti, non disconosciute le consuetudini, le immunità comunali; e come i signori d’Absburgo tenessero conto della speciale posizione di diritto pubblico della nostra città e come ne rispettassero le guarentigie municipali, lo prova un altro fatto degno di particolar rilievo. Era vecchia consuetudine che il principe ereditario, prima di salire al trono, venisse in persona a ricevere l’omaggio della nostra città; ma quando ne era impedito e non poteva venire tra noi, si scusava in termini oltre modo cortesi, delegando in sua vece dei commissari, ai quali la città prestava il consueto omaggio. Da quanto si è detto risulta chiaramente la grande importanza dello statuto ferdinandeo, che costituisce la’ base storica e il nòcciolo dell’autonomia di Fiume; e questo statuto ci spiega in pari tempo la speciale posizione di diritto pubblico della città di Fiume in confronto alle altre città dell’Ungheria e di fronte alla Corona Ungarica, la qual cosa trova d’altro canto conferma nello stemma « Jndeficienter », concesso nel 1659 dall’imperatore Leopoldo I d’Austria. Per concludere diremo cho il quattrocento e il cinquecento sono la prefazione della nostra vita comunale, in cui si condensa lo spirito vigilante delle libertà municipali, la natura italiana del comune, così rigorosamente difesa e mantenuta oltre i secoli e con tanta gelosia oggi stesso sorvegliata dagli animi dei cittadini