La seconda immigrazione - I giapidi 7 sero tutti ad un tempo, bensì a mano a mano che la popolazione cresceva ed arrivavano sempre nuove genti. Poiché è da sapersi che l’immigrazione non avvenne tutta ad un tratto, ma ad intervalli più o meno lunghi e spesso non senza grande opposizione e gravi lotte tra le popolazioni aborigene e i nuovi venuti. E di queste lotte ci parlano eloquentemente i giganteschi valli onde venivano murati i villaggi primitivi della nostra regione. Numerosa e veramente importante fu la seconda immigrazione nelle nostre terre. Anche questa immigrazione di genti illiriche non avvenne tutta ad un tempo, ma a fiotti, di modo che i primi venuti, incalzati da nuove torme, si spingevano innanzi ed andavano ad occupare altre terre. Si venne perciò alla conclusione che due immigrazioni, una affatto differente dall’altra, popolarono la nostra regione. La prima, sbandatasi sin da epoca remotissima sulle rive dell’Adriatico, in ispecie, del Quamero, nella Venezia e lungo le Alpi con una civiltà rudimentale che dicesi della pietra; l’altra, sopraggiunta più tardi, con una civiltà superiore. Le genti illiriche che abitavano la nostra regione costituivano la schiatta dei giapidi. Dione, Plinio e Strabone asseriscono concordemente che i giapidi, i quali formavano un ramo foltissimo dell’albero illirico, sono gli antenati nostri più antichi che la storia contempli su queste terre tra la montagna e il mare. Gente rude di montagna, dal cipiglio severo, avvezza ad una vita dura, aspra, che non conosceva se non la lotta cotidiana per l’esistenza, i nostri antichissimi