a;6 COMPENDIO CRONOLOGICO re il poter tribunizio. Virginio non produce a garante di quest’accusa clic una lettera anonima, c domanda di esserne informato davanti i tribuni. Il ricusare l’informazione era lo stesso che accreditare 1 sospetti di connivenza per parte del senato; affidarla ai tribuni era abbandonare alla loro parzialità tutti i patrizii eh’ erano ad essi contrarii. Quindi il senato appropriò a se stesso e l’istruzione e P aliare. Invasione del Campidoglio fatta da Appio Erdonio Sabino , seguito da un drappello di banditi, di schiavi e de’suoi clienti. Egli giunge di notte pel Tevere, s’impadronisce del forte ed offre la libertà a tutti gli schiavi romani che a lui si unissero. 11 popolo non vede nei seguaci di Erdonio che i congiurati dei patrizii annunziati dai tribuni, prende 1’ armi con ripugnanza, gli abbandona con rincrescimento , e domanda i comizii per Fallar della legge. Valerio promette di favorirne la promulgazione lorcliè Roma sarà libera da’ suoi nemici e da una milizia. Morte di Valerio. Egli è ucciso nell’ attacco del Campidoglio, cui nondimeno i Romani pervengono a ritogliere. Il console Claudio , erede dell' odio della sua famiglia contro i tribuni, onde eludere le loro istanze sull’esecuzione della promessa di Valerio, dichiara di sospendere qualunque deliberazione sulle leggi per tutto il tempo del consolato; avvisandosi che un solo console non abbia nè l’autorità nè l’influenza che deve la unione dei du& consoli nelle assemblee pubbliche. Dice Tito Livio che nel mese di dicembre L. Quinzio Cincinnato, padre di Cesone, viene elevato al consolato mercè il calore del senato^ e gli s’ingiunse di entrare in carica sull’ istante. Il padre di Cesone non usò della sua autorità se non per mantenere la quiete pubblica. Egli montò la tribuna, rammentò alle legioni composte dei più audaci e sediziosi cittadini il giuramento da esse fatto di seguire i consoli, loro dichiarando che sta per condurle in campagna sino alla fine dell’anno consolare. Il popolo rigettò 1’ ambage artificiosa dei tribuni, i quali pretendevano che il giuramento prestato a Valerio fosse già prosciolto colla sua morte. Le legioni domandarono grazia a Quinzio, dal quale venne accordata sotto la promessa fatta dai tribuni di cessare da qualunque istanza relativamente