DELLA STORIA ROMANA 313 glii corrotti dai patrizii dichiarano di opporsi a qualunque legge che non fosse approvata dal senato raccolto per esaminarla prima eh’ essa venga proposta al popolo. Tribuni militari: Q. Fabio Vibulano II, Gii. Corne- lio Cosso , P. Posluinio Albo Regillense , L. Valerio Po-tito, entrano in carica il i3 ottobre romano 34», li ottobre giuliano 4 >3. 4ia.-4ii. L’accordo della maggior parte dei tribuni col senato , la resistenza eh’ essi opponevano di concerto , e istigazione dei patrizii alle mire di L. Sestio loro collega , portarono i pontefici a prolungare il loro tribunato , aggiungendo 1’ intercalazione nel mese di febbraio di quest’ anno civile. Gli Equi riprendono la città di Vole e la rinforzano mercè lo stabilimento di una colonia. Guerra contro questa nazione. P. Postumio, tribuno militare, magistrato severo e di carattere intrattabile, ne ha l’incarico. Assedio della città di Vole mal difesa dagli Equi scoraggiati dalle molte battaglie perdute. Postulino se ne impadronisce dopo aver promesso ai suoi soldati di conceder loro il bottino, ma poi viene meno alla sua parola. Mormorazioni ed animosità dell’armata contro il proprio generale. Chiamato egli a Roma onde far fronte co’suoi colleglli ai maneggi che venivano rinnovati da L. Sestio, tribuno del popolo, per far sancire le leggi agrarie , si attirò addosso una maggiore odiosità. Mentre il tribuno arringando il popolo sostiene clic coloro i quali aveano conquistato la città di Vole e le sue terre, erano meritevoli di possederlo , Postumio si alza ed esclama : guai pc1 mici soldati s’ essi trascorrono a rivolta ! Ammutinamento dell’ armata alla intesa di questa sentenza. Postumio, ritornato al campo , crede acchetare le tumultuazioni coi castighi ; ma P. Sestio , di lui questore militare, è ferito e Postumio lapidato sulla sua tribuna. Processo criminale ordinato per vendicar questo delitto. I tribuni del popolo vi si oppongono e il senato temendo che con una procedura contro tutta l’armata e collo sdegno eccitato dal severo governo dei patrizii ? il popolo non si volga ad inalzar al tribunato Tom. IV. 20 *