DELLA STORIA ROMANA 345 e Plutarco, ne accagionano il lungo assedio che contava già il settimo mese, la carestia prodotta dal non voler Camillo eh’ essi battessero la campagna per trarne viveri, le malattie contratte in un clima straniero e malsano, dove un popolo abituato all’umidoso ed al freddo, avea passati i calori della state e la stagione dell’autunno, ( sub autumnum, Plutarco) in mezzo a ceneri, ed a macerie che aumentavano la secchezza e l’acre dell’aria; ma secondo Polibio, il più antico degli storici, (lib. II p. i48 ) essi erano richiamati alla lor patria per respingerne i Veneti , popoli finitimi , di fresco entrali armata mano. Sospensione d’ arme tra i due popoli per trattar della pace. La carestia era estrema nel Campidoglio. Gli assediati non potendo più comportarla , osservavano ad ogni istante se arrivassero soccorsi per la strada di Veja. Trattato di pace concluso da Serv. Sulpi-zio col consenso del senato e del popolo, col (piale i ilo-mani si ricattano mercè P estorsione di mille libbre d’oro. Camillo marcia verso Roma. I Galli recano mentitrici bi-lancie onde pesar l’oro. Del che lagnandosi Sulpizio , Rrenno carica il bacino anche della sua spada, dicendogli : Guai ai vinti! (vae victis ). Arriva intanto Camillo, che dichiara nullo il trattato perchè conchiuso dopo la sua dittatura senza di lui approvazione. Ordina quindi ai Romani di recar via Poro , ed intima ai Galli di ritirarsi , giacché col solo ferro i Romani devono rivendicare la loro patria. Polibio e Diodoro di Sicilia non fanno veruna menzione di quest’ atto di Camillo, nè delle battaglie che ci facciamo a narrare. Gli storici asseriscono che i Galli stettero contenti a quel riscatto che piacque ai Romani; riscuotendo Poro, e ritirarondosi tranquillamente, senz’essere nè attaccati nè inseguiti. Prima battaglia tra Camillo e Rrenno entro Roma stessa , stando le due armate accampate sopra mucchi di rovine. Rrenno è vinto. Partenza dei Galli nella notte susseguente alla battaglia agli Idi ( >3 ) di febbraio romano dell'anno seguente 366 ( Plutarco Vita di Camillo p. 144) 22 gennaio giuliano dell’ anno av. G. C. 388. L’assedio che avea cominciato pochi giorni dopo gli Idi di luglio , era durato sette mesi quasi compiuti (Plutarco ibid.). Camillo Tom. IV. 22 *