2Òi COMPENDIO CRONOLOGICO ila Orazio Pulvillo agli Idi (i3) di settembre romano dell’ anno di Roma 246. Ecco una prova dimostrativa clic il consolato di Valerio c di Orazio durò si« verso il i.° ottobre dell’anno 246, poiché Orazio era ancora console agli Idi di settembre di quest’ anno: donile risulta che Valerio dev1 essere stato surrogato a Collatino verso il 1.° ottobre dell’ anno 245 'di Roma. Siccome dopo P abdicazione di Collatino e la morte di Bruto, Valerio si trovò il più anziano dei consoli in carica, ha dovuto rinnovarsi Panno consolare nel giorno in che questo patrizio adì il consolato, e per conseguenza esso viene stabilito verso il i." di ottobre. Consoli: P. Valerio Poplicola II, T. Lugrezio Trieipi-tino entrano in carica il 1.“ ottobre romano, 25 settembre giuliano 5o8. 5o8.-507. Il censo ch’era stato interrotto da Tar-quinio il Superbo venne rimesso in uso da questi consoli onde sollevare i poveri nelle contribuzioni. Trovaronsi centotrenta mila cittadini al di sopra degli anni 14. Quinto lustro, benché Dionigi di Alicarnasso e Tito Livio non parlino che del censo ; ma esso venne certamente seguito dalla cerimonia del lustro come lo proveremo all’ anno 280. Guerra di Porsenna re degli Etrusci. Tito Livio riporta a quest’ anno consolare tutti gli avvenimenti della guerra:, Dionigi di Alicara, li riferisce tutti all’anno successivo: Plutarco ed Eutropio li dividono tra i due anni, e noi seguiamo la loro ripartizione come più conforme all’ordine dei fatti. Ambasciata di Porsenna ai Romani sul finir di quest’ anno 2/16 per domandare il ristabilimento di Tarquinio sul trono. Alla primavera dell’anno seguente 247, Porsenna attacca i Romani, s’impadronisce del Gia-nicolo e s’avanza sino sotto Roma. I Romani perdono la battaglia. Orazio Coclite difende il ponte, e dopo di aver dato all’armata romana il tempo di rientrare in Roma, si slancia nel Tevere che traversa tutt’ armato a nuoto, e per poco non vi perisce affogato. Porsenna accampato sul Gianicolo assedia la città , cd apposta quà e là truppe per la campagna, ponendola a devastazione.