70 FIUME ATTRAVERSO LA STORIA fiumani. Ma la città di Fiume, fino allora libera ed indipendente, non potè tollerare questa grave offesa al suo sentimento nazionale ed al suo carattere italiano. I fiumani, che, in fondo, non erano contrari all’unione coll’Ungheria, non volevano nemmeno sentir parlare di Croazia. Affermarono che Fiume era stata sempre uno stato indipendente, una repubblica, che mai era appartenuta alla Croazia, chiedendo l’annessione immediata alla Corona di S. Stefano. Insomma Fiume si riscosse animosamente ed insorse contro tale decreto che violava la sua integrità comunale, che soffocava la sua libertà; e lottò in modo così risoluto e decisivo che tre anni dopo, nel 1779, Maria Teresa, correggendo il suo errore, abrogò il decreto del 1776 e dichiarò Fiume sciolta da ogni vincolo con la Croazia, considerandola come corpo politico separato annesso alla Corona ungarica. II diploma toresiano che riaffermava il diritto italico di Fiume e ne garantiva la sovranità, suona testualmente: « Urbs haec commercialis Sancti Vili cum districtu suo, tamquam separatimi sacrae Regni Hungariac Corame adnexum corpus potro quoque consideretur atque ita tractetur neque cum alio Buccarano vel ad Regnum Croatiae ab incunabuli^ ipsis pertinente ulla ratione commisceatur ». La Croazia, però, accampava diritti sulla città di Fiume; e fra l’Ungheria, il governo croato e la nostra città sorsero lunghe discussioni, ma l’articolo di legge IV dell’anno 1807 toglieva ogni dubbio sull’appartenenza politica della nostra città, poiché affermava che Fiume e il suo porto franco costituivano un corpo politico separato annesso alla Corona ungarica.